(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 9 giu. - "'Premonitori' è termine usuale e significativo: significa avvisare prima, ma anche ammonire prima, mettere sull'avviso in anticipo. La parola ha dentro di sé un sapore di avvertimento, di monito, di esortazione alla vigilanza e alla prevenzione e, in effetti, con questo spirito vengono formulati i quesiti divinatori sia nella mitologia sia nella vita: 'Ho sognato della carne: significa che la morte sta per entrare in casa mia?'; 'Nel sogno mio figlio aveva un incidente: significa che presto morirà?'; 'Ho visto mia nonna (morta da tempo) che mi chiamava: mi resta poco da vivere?'. Queste domande scaturiscono, per lo più, dalla paura dell'Io che la sua parabola si appressi alla conclusione e da una sotterranea pulsione di onnipotenza, che illude di poter contrastare la morte". Spiega Claudio Widmann, psicoterapeuta, analista junghiano, membro del Centro Italiano di Psicologia Analitica e della IAAP (International Association for Analytical Psychology).
"Non è raro, per esempio- continua il terapeuta- che chi sogna un incidente eviti l'uso dell'automobile in una certa circostanza o che impedisca al figlio di uscire per qualche sera o simili. In forme più ragionevoli il disegno di onnipotenza viene ridimensionato al desiderio di 'essere preparato' se la morte dovesse colpire una persona vicina, 'ché saetta previsa vien più lenta' direbbe Dante. In realtà i miti abbondano di narrazioni in cui una persona, per fuggire a un vaticinio di morte, corre incontro alla morte. Se esistono i sogni 'premonitori', per certo non funzionano in questo modo".
D'altra parte, la psicologia analitica "non ha dubbi sul fatto che la personalità accosta gli eventi della vita nel suo insieme (conscio e inconscio congiuntamente). Nell'esperienza concreta, chi attraversa un periodo di preoccupazioni non è solo assorbito tutto il giorno dai rovelli della mente; di notte dorme male e sogna peggio; chi è angosciato dall'esame di maturità, spesso ha sogni tormentati e chi sta per sposarsi o per avere un figlio ha sogni attinenti a questi eventi. Che la morte, evento unico ed eccezionale in tutta la vita, sia accompagnata da sogni, non stupisce. Ciò non significa- sottolinea Widmann- che si tratti di sogni che mettono sull'avviso, che richiamano alla prudenza, che consentono di prevedere o di prevenire la morte stessa. Sono piuttosto sogni che riguardano la specificità, la qualità, le dominanti del processo individuativo in un determinato momento".
L'analista junghiano ricorda una persona che in sogno "vide una manta nuotare nelle tiepide acque di un mare tropicale, agitare con leggerezza il suo mantello, muoversi con grazia ed eleganza; nel contempo si sentiva 'personalmente e intensamente quella manta'. Su quella persona l'infinità oceanica aveva sempre esercitato un'attrazione fatale; scivolare con leggerezza nella dimensione avvolgente dell'indifferenziato era sempre stato il suo desiderio e il suo problema; fluttuare anziché stabilizzarsi, scivolare anziché incedere, lasciare che la vita entri nella sua ampia bocca anziché afferrare qualcosa di preciso era il suo stile personale. Quello fu l'ultimo sogno che mi raccontò; due notti dopo scivolò silenziosamente ed elegantemente nelle oscurità impenetrabili e abissali di simboliche profondità oceaniche. Non so se il sogno volesse avvisare in anticipo quella persona né se intendesse metterla in guardia- conclude- A posteriori, so che era pienamente rispondente al suo stile di vita, al suo progetto esistenziale, alla sua fine imminente".
(Wel/ Dire)