(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 24 feb. - Un ragazzo su tre ha il suo primo contatto con l'alcol tra i 13 e i 15 anni. A rivelarlo è un'indagine condotta dall'équipe di specialisti dell'Istituto di Ortofonologia (IdO), che per prevenire i comportamenti a rischio nei giovani ha attivato, all'interno della campagna di comunicazione contro l'abuso di alcol 'La vita è sempre una. Anche se hai bevuto', realizzata dal ministero della Salute, l'iniziativa 'Non perderti in un bicchiere!' sul portale Diregiovani.it.
L'obiettivo è sensibilizzare e informare gli adolescenti sui rischi e gli effetti prodotti dal consumo e dall'abuso di alcol. Le attività, realizzate da marzo 2013 a marzo 2014, sono state rivolte a circa 50 scuole superiori di I e II livello coinvolgendo direttamente e indirettamente un totale di circa 50.000 ragazzi. Tra questi, 2.000 hanno preso parte agli incontri tenuti da Emanuele Scafato, esperto dell'Istituto superiore di Sanità, mentre circa 1.100 hanno partecipato a una ricerca sul campo effettuata attraverso un questionario conoscitivo.
L'IdO lavora da tempo sul tema dell'uso e abuso di alcol tra i giovani, tanto che da un'ulteriore analisi del 2013, su un campione di 245 studenti della Capitale, è emerso che un giovane su due (il 51%) ha bevuto il suo primo bicchiere fra i 13 e i 15 anni. Ma non tutti iniziano a bere a 13 anni, il 27% dei soggetti intervistati nel secondo gruppo di indagine ha cominciato prima, tra i 10 e i 12 anni.
"Si inizia a bere molto presto- ha spiegato Roberta Troncon, analista Cipa (Centro italiano di psicologia analitica) ed esperta sui temi della dipendenza- perché esiste tra gli adolescenti un comportamento di imitazione, un bisogno di fare e di trasgredire. Anche se è possibile pensare che molti di questi studenti abbiano iniziato a bere da piccoli in famiglia per abitudine". Infatti, i dati dell'Osservatorio nazionale alcol del Cnesps (Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute) affermano che il primo approccio all'alcol è ad 11 anni, dunque la percentuale si è abbassata in pochi anni. Eppure bere prima dei 16 anni è molto pericoloso, perché manca l'ADH (alcol deidrogenasi), l'enzima che permette la metabolizzazione dell'alcol in circolo nell'organismo e la cui efficacia si manifesta completamente solo intorno ai 21 anni. Per questa ragione "quando gli adolescenti bevono sono maggiormente soggetti al rischio di intossicazioni- ha precisato Troncon- perché sono più sensibili agli effetti dell'alcol, sia a livello neuronale che del fegato". Le donne sono più sensibili a questi rischi rispetto agli uomini.
"L'alcol è la sostanza di gran lunga più usata dai giovani- afferma Scafato, direttore dell'Osservatorio nazionale alcol dell'Istituto Superiore di Sanità- in un contesto di scuola superiore sappiamo che almeno il 50% consuma alcol in modo regolare, e 1 su 4 è un consumatore a rischio. Sanno poco degli effetti dell'alcol sul cervello e dovrebbe essere questo l'aspetto più enfatizzato a livello di informazione".
Il progetto 'Non perderti in un bicchiere' "ripartirà a breve- ha affermato Scafato- il nostro vuole essere un consiglio di buon senso. Un bicchiere è anche troppo al di sotto dei 18/21 anni, non bisognerebbe proprio bere: è un messaggio che deve passare a loro ma anche alle famiglie. Non si può banalizzare su questo perché l'alcol è ancora la prima causa di morte tra i giovani in Italia, in Europa e nel mondo".
(Wel/ Dire)