Parla Filippo Maria Nimbi dell'Istituto di sessuologia clinica
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 14 apr. - Sessualita' e disabilita'. Un tema difficile da affrontare, questo, sia per i pregiudizi sia per una sorta di pudore diffuso. Nel nostro Paese, pero', qualcosa pare stia cambiando. "La recente proposta di legge sull'assistente sessuale- fanno sapere dall'Istituto di sessuologia clinica di Roma- sembra in parte aver rotto il tabu' sull'argomento. In realtà non si tratta affatto di un tema nuovo, ne' per le famiglie ne' per gli operatori". Intanto a Roma si è svolta ad ottobre la prima 'Settimana del benessere sessuale', organizzata dalla Fiss(Federazione italiana di sessuologia scientifica) per sensibilizzare i cittadini sul tema della salute sessuale.
'Disabilita' e benessere sessuale: barriere e possibilita' è stato il tema affrontato nel corso della giornata inaugurale dell'evento. Per saperne di piu' l'agenzia Dire ha intervistato Filippo Maria Nimbi, sessuologo presso l'Istituto di sessuologia clinica di Roma.
- Quanto e' importante per un disabile avere una vita anche sessuale? "È molto importante. Ma non mi limiterei a parlare dell'atto sessuale in se': ci sono molto disabili che raccontano di aver bisogno anche solo di un contatto fisico. In Svizzera, per esempio, dove l'assistente sessuale e' gia' una realta', le persone spesso chiedono agli operatori di ricevere semplicemente un abbraccio. D'altronde la sessualita', come capita nei normodotati, ha diverse sfaccettature: non e' un discorso legato esclusivamente ad una pratica, ma comprende anche sentimenti ed emozioni che riguardano l'affettivita' in generale. Insomma, l'obiettivo non e' per tutti quello di avere un rapporto sessuale vero e proprio, ma principalmente quello di sentirsi capaci di esprimere delle emozioni".
- Perche' questo tema e' ancora un tabu'? "Ad essere scettiche sono soprattutto le famiglie. E questo accade per due ragioni: intanto perche' attorno alla figura dell'operatore c'e' ancora troppa confusione, per cui si rischia di confondere l'assistente sessuale con una prostituta. Alcuni genitori, poi, si interrogano su come affrontare l'argomento. La domanda che si pongono piu' di frequente infatti e': come spiego a mio figlio che per permettergli di avere una sessualita' devo pagare qualcuno? Il tema, insomma, e' delicato".
- Eppure qualcosa sembra muoversi... ? "Siamo contenti che anche la politica si stia iniziando ad interessare a questo tema. La proposta di legge, pero', e' ancora molto nebulosa, soprattutto per quanto riguarda la figura dell'assistente sessuale. Per quanto riguarda noi, invece, l'operatore dovrebbe essere non solo un 'meccanico' della sessualita', ma insegnare alla persona disabile tutto il percorso affettivo che viene prima dell'atto. In questo senso, come Istituto, ci stiamo attivando affinche' l'operatore, insieme anche alle famiglie, seguano corsi di educazione sessuale".
(Wel/ Dire)