(DIRE) Roma, 13 gen. - Il 2020 dell'Omceo di Roma e' ripartito in difesa delle donne, contro i femminicidi e contro la violenza agli operatori sanitari. Sabato, nell'aula Roberto Lala della sede di via De Rossi, si e' svolto un convegno dedicato a questi temi, alla presenza del presidente dell'Ordine dei Medici di Roma, Antonio Magi, e del presidente della Federazione nazionale dell'Ordine dei Medici e degli Odontoiatri, Filippo Anelli.
"E' il primo convegno di quest'anno, cui seguiranno altri, focalizzato sulla violenza contro le donne e contro gli operatori sanitari- ha spiegato Magi- In quest'ultimo caso si tratta di un problema che avevamo messo in evidenza gia' due anni fa, quando convocammo qui nella sede dell'Ordine l'assessore regionale alla Sanita', Alessio D'Amato, e tutti i direttori generali delle aziende. In quell'occasione decidemmo insieme di mettere in moto un Osservatorio sull'argomento, che e' stato istituito con delibera regionale. Ci sono i primi dati a fotografare il fenomeno, ma rimangono comunque la punta dell'iceberg della reale situazione".
"In Parlamento- ha continuato Magi- c'e' un disegno di legge e il ministro Speranza ha dato la disponibilita', nel caso non ci fossero i tempi per approvarla, di fare un decreto legge. Ma le leggi non bastano. Serve la prevenzione, che vuol dire mettere in campo tutte quelle iniziative sulla presenza delle forze dell'ordine presso le strutture sanitarie, specie nei punti piu' critici come i Pronto soccorso e le Guardie mediche. Ma avviare anche attivita' di videosorveglianza: per esempio a Napoli in questi giorni sta partendo la prima ambulanza con telecamere all'interno".
Per il presidente Magi, inoltre, "bisogna ripristinare il rapporto medico-paziente, affinche' quest'ultimo non veda piu' il primo come un ostacolo burocratico, ma come un professionista al quale affidare i propri problemi di salute con la certezza che fara' di tutto per risolverli. In piu' e' necessario agevolare l'accesso ai servizi sanitari e migliorare la comunicazione che c'e' tra le attivita' nostre e i parenti dei pazienti".
(guarda l'intervista di Magi alla Dire)

ANELLI: OK LEGGE, MA RIVEDERE ORGANIZZAZIONE SSN - "Sono anni che ci battiamo perche' ci sia una legge che aumenti le pene, soprattutto che determini la procedibilita' d'ufficio in modo tale da perseguire i violenti nei confronti degli operatori, ma anche l'avvio di un confronto sulle modalita' con le quali e' organizzato il servizio sanitario nazionale, e sui livelli di sicurezza che oggi non sono adeguati per garantire l'incolumita' dei professionisti. Questo confronto lo si potra' fare all'interno dell'Osservatorio Nazionale sulla violenza contro gli operatori sanitari" ha detto, all'agenzia Dire, il presidente della Federazione nazionale dell'Ordine dei Medici e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, intervenuto al convegno 'Contro la violenza sulle donne e contro la violenza sugli operatori sanitari'.
"Ci sono tante situazioni in cui questa realta' di insicurezza e di mancato rispetto delle norme della legge 81 sono evidenti- ha spiegato Anelli- Nell'ultimo incontro dell'Osservatorio e' emerso che un terzo dei presidi di guardia medica e dei presidi sanitari territoriali non rispondono in pieno ai criteri di sicurezza previsti dalla legge. Esiste, dunque, un problema organizzativo ed e' il motivo maggiore secondo noi che provoca la violenza, perche' se un cittadino deve aspettare tanto per ottenere una prestazione, se il suo livello di sofferenza non e' preso in carico dal sistema perche' i medici sono pochi, se le strutture sono inadeguate, se l'allocazione dell'ambulatorio o della guardia medica sono isolati, e' chiaro che queste situazioni non sono adeguate a scongiurare episodi di violenza".
Secondo Anelli, dunque, "la legge rappresenta sicuramente un punto di partenza, ma resta da discutere tutto il modello organizzativo e qui credo che l'attivita' dell'Osservatorio possa essere importante perche' deve revisionare quella raccomandazione - la numero 8 che il ministero aveva emanato nel lontano 2007 - che serviva a monitorare gli episodi di violenza ma soprattutto a valutare i processi che li determinavano".
(guarda l'intervista di Anelli alla Dire)

(Mel/ Dire)