Roma, 18 set. - Sara' presentata ufficialmente domani la nuova campagna della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo) contro la violenza sugli operatori sanitari. "E poi, la vita chi te la salva?" si chiedono tre pazienti, una donna, un uomo, un ragazzo, i cui volti emaciati campeggiano sui manifesti 6x3 che tappezzeranno le citta' italiane. In alto, sfumato, una sorta di flash back: l'immagine di un'operazione, di un defibrillatore, di un intervento in urgenza-emergenza. Piu' sotto, il claim: "Chi aggredisce un medico ferisce tutti noi. Chiudiamo questa ferita per sempre.
"In quella virgola, in quella pausa dopo le parole 'e poi' sta la riflessione che ognuno dovrebbe fare quando sta per aggredire un medico- spiega il Presidente della Fnomceo, Filippo Anelli- I medici sono li' per te, per salvarti la vita. Come diceva un'altra nostra campagna, il nemico e' la malattia, non il medico". La campagna, che e' gia' partita a Bari in occasione della Giornata contro la violenza verso gli operatori sanitari, celebrata il 13 settembre, sara' presentata domani, 19 settembre, ai centosei presidenti degli Ordini territoriali, riuniti in occasione degli Stati Generali della Professione Medica, dedicati, questa volta a "Il medico e l'economia".
"In una Sanita' intesa come impresa in cui l'erogazione di servizi e prestazioni sanitarie viene equiparata alla produzione delle merci, si annida anche la crisi del rapporto fiduciario medico-paziente, con le sue conseguenze piu' preoccupanti, come il dilagare di fenomeni di violenza e il diffondersi di un'informazione sanitaria non attendibile- afferma ancora Anelli- Laddove il paziente e' un consumatore, il medico perde automaticamente autorevolezza, diventa detentore di un sapere "da scaffale" e relativo. Si e' cosi' minata l'alleanza medico-paziente e creata una evidente frattura nel delicato mondo sanitario, in cui la reciproca fiducia, tra curato e curante, e' il cemento che tiene insieme il Servizio Sanitario pubblico. Di qui il ripetersi di aggressioni ai danni dei colleghi su cui viene scaricata la responsabilita' e di conseguenza la rabbia dei pazienti e dei loro familiari per ogni vero o presunto malfunzionamento del sistema".
"Occorre subito un provvedimento, meglio se un Decreto Legge, visto il carattere di necessita' e urgenza, che intervenga, inasprendo le pene, permettendo la procedibilita' d'ufficio, prevedendo, oltre alla messa in sicurezza di tutte le strutture sanitarie, la presenza di un presidio di pubblica sicurezza nei pronto soccorso- conclude Anelli- E serve nel medio - lungo periodo un netto cambiamento di rotta a livello culturale per ricostruire il patto di fiducia tra medici e cittadini, che e' imprescindibile per l'alleanza terapeutica. È su tutti questi fronti che, insieme alla nostra Commissione Fnomceo per la Sicurezza degli operatori, stiamo lavorando".
(Comunicati)