(DIRE) Roma, 2 set. - E' stata una estate segnata da nuove aggressioni contro medici e operatori sanitari. Una situazione inaccettabile. L'agenzia Dire nei giorni scorsi ha chiesto un commento, e di fare un punto anche sulle richieste della categoria al nuovo Governo, ad Antonio Magi, presidente dell'Ordine dei medici di Roma. "Esprimo massima solidarieta' ai colleghi che sono stati aggrediti- ha dichiarato Magi- E' una situazione grave che si protrae da molto tempo. Se ne parla ma poi nel concreto non si trovano ancora delle soluzioni. Va approvata la legge contro gli atti di violenza, ma anche contro le minacce, nei confronti degli operatori sanitari nell'esercizio della loro attivita'. E ancora vanno create le condizioni all'interno delle strutture pubbliche affinche' i medici possano lavorare in maniera serena e possano trovare il tempo necessario per parlare con i pazienti. Molto spesso questi atti di violenza sono la massima e piu' indegna manifestazione dell'esasperazione dei pazienti stessi o delle loro famiglie. Cio' e' dovuto tanto alle attese quanto alla mancanza di una adeguata informazione sullo stato di salute del paziente portato ad esempio d'urgenza al Pronto soccorso. Ma per fare questo ci vuole ovviamente il tempo necessario. Questo e' un punto importantissimo su cui riflettere ed agire".
"Sotto l'aspetto meramente legislativo- ha proseguito Magi- sarebbe importante potere infliggere pene adeguate a coloro che aggrediscono i medici e gli operatori sanitari. Di pari passo bisognerebbe muoversi nel senso di dare la possibilita' alle aziende sanitarie e lo Stato di intervenire d'ufficio. Questo sarebbe un importante deterrente. Ripristinare poi la presenza delle forze dell'ordine, in particolar modo all'interno dei presidi e nei Pronto soccorso piu' critici, e' essenziale. Il resto dell'opera la fa l'educazione e la sensibilita' delle persone e comprendere quali sono le difficolta' dei medici e degli operatori sanitari".
"Altra cosa, insisto- ha aggiunto Magi- e' potenziare il territorio per non oberare i Pronto soccorso. Creare una buona rete sul territorio eviterebbe un inutile ingolfamento al fine di garantire non solo maggiore appropriatezza delle cure ma anche minori tempi di attesa per i cittadini. Dobbiamo, in sostanza, rimettere in moto la specialistica del territorio. Investire su questo punto sarebbe strategico. Se ne parla da anni ma ancora non e' cambiato nulla. Un altro argomento su cui tenere alta l'attenzione sono le liste d'attesa, ridurre i tempi per una prestazione specialistica e' possibile solo se si potenzia il territorio permettendo ai pazienti di rivolgersi agli ambulatori pubblici senza andare in maniera impropria al Pronto soccorso".
Temi che devono essere priorita' per il nuovo governo: "C'e' bisogno di prendere decisioni tanto in merito al tema delle aggressioni a medici e operatori quanto al potenziamento, come dicevo prima, dell'attivita' della medicina sul territorio- ha aggiunto Magi- Dico questo soprattutto pensando ad uno dei nostri piu' grandi problemi italiani in sanita' che e' la cronicita'.
Nel nostro Paese ad oggi ci sono ben 24 milioni di malati cronici. Se non potenziamo il territorio le persone continueranno sempre piu' a riversarsi nei Pronto soccorso. Bisogna prendere in carico i pazienti in prossimita' delle loro case ed essere pronti a lavorare in equipe. Non si puo' parlare piu' di singolo medico di medicina generale, dello specialista, dell'infermiere ma bisogna pensare a equipe multidisciplinari. Solo cosi' potremmo garantire al paziente cure a 360 gradi. Questa e' una chiara richiesta che rivolgiamo al governo. Riuscire in questo in tempi ragionevoli consentirebbe lo snellimento di molto lavoro a vantaggio della qualita'".
"La mia speranza e' avere un Governo quanto piu' stabile, che cerchi un colloquio con gli addetti ai lavori- ha concluso Magi- Perche' in questi anni purtroppo, mi dispiace dirlo, non c'e' sempre stato e sono proprio i medici e gli operatori sanitari invece che hanno il polso della situazione e conoscono i problemi sul campo rispetto a chi si 'limita' a intervenire dall'alto.
Parlare di piu' anche con le associazioni dei pazienti, perche' conoscono davvero le necessita'. Mi auguro che si passi davvero dalle parole ai fatti".
(Mco/ Dire)