Roma, 25 ott. - "Oggi e' un buon giorno per la scienza e per la salute di tutti noi: l'annuncio, diffuso ieri, in occasione del 'World Polio Day', dall'Organizzazione mondiale della sanita', dell'eradicazione globale del poliovirus di tipo 3, come gia' era avvenuto, nel 2015, per quello di tipo 2, ci rende tutti un po' piu' liberi e sicuri. Non dobbiamo pero' abbassare la guardia, e continuare a vaccinare in tutto il mondo per arrivare all'eradicazione completa di questa terribile malattia, le cui conseguenze, anche nel nostro Paese, sono ancora vive nei ricordi delle generazioni meno giovani, visto che l'ultimo caso endemico si e' verificato nel 1982". Cosi' il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, commenta la notizia dell'eradicazione del tipo 3 del virus.
Resta pero' ora da percorrere quello che David Salisbury, chair dellla Commissione competente dell'Oms, ha definito 'l'ultimo miglio' verso un pianeta 'polio-free', l'eradicazione del tipo 1 del virus, ancora endemico in Pakistan e Afghanistan. "Proprio in questi due Paesi le strategie vaccinali sono messe a rischio di fallimento dai continui attacchi agli operatori sanitari- prosegue Anelli- alcuni dei quali sono stati persino uccisi. Questo e' un gesto doppiamente esecrabile, perche' ha come conseguenza secondaria la sopensione delle vaccinazioni e quindi la recrudescenza dell'epidemia. Il mese scorso in Afghanistan i talebani hanno parzialmente tolto il bando che aveva per lungo tempo impedito l'ingresso nel paese ai vaccinatori dell'Oms e della Croce Rossa, accusati di voler sterilizzare, attraverso le vaccinazioni, i bambini musulmani.
Questa e' una notizia positiva, ma molti bambini, nel lungo periodo di sospensione, sono diventati vulnerabili e nei prossimi anni tanti saranno paralizzati".
Per Anelli e' ancora "molto il lavoro ancora da fare, sia per non perdere i risultati sin qui acquisiti, scongiurando il ritorno in tutto il mondo della polio, sia per raggiungere nuovi traguardi. In particolare, in Italia, e' necessaria la diffusione di una cultura delle vaccinazioni, che porti i cittadini ad usufruire appieno di questi straordinari strumenti di prevenzione. Occorre dunque puntare sulla comunicazione, sia a livello della relazione medico-paziente, sia a quello dell'informazione istituzionale, per rispondere, con trasparenza e armati delle migliori evidenze scientifiche, alle domande dei cittadini, tutte legittime quando si parla di diritto alla salute", conclude.
(Comunicati)