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Tumore rene, Siuro: "In Italia +10% sopravvivenza su media Ue"
Roma, 21 ott. - Nel 2019 in Italia il numero di casi attesi di tumore del rene e' in totale 12.600. Il 71% di questi pazienti risulta vivo a cinque anni dalla diagnosi e puo' essere considerato guarito. Un risultato importante e di 10 punti percentuali sopra la media registrata nell'intero Continente Europeo (61%). Merito delle nuove terapie, sempre piu' precise e mirate, mentre risultano ancora poche le diagnosi precoci. È quanto sottolineano gli specialisti della SIUrO (Societa' Italiana di Urologia Oncologica) in un media tutorial organizzato oggi a Milano. "Anche se in calo, nell'ultimo anno, il carcinoma renale interessa in totale circa 130mila italiani- afferma il dott. Giario Conti, Segretario Nazionale SIUrO- È una neoplasia subdola e insidiosa perche' spesso rimane clinicamente silente per la maggior parte del suo corso. I sintomi piu' evidenti, come dolore o presenza di sangue nelle urine, si manifestano solo quando la malattia e' gia' in uno stadio avanzato. Se diagnosticata in fase precoce ben la meta' dei pazienti ha buone possibilita' di guarigione".
"Nei casi di malattia avanzata o metastatica il tasso di sopravvivenza a 5 anni e' del 12% ma in graduale aumento grazie all'avvento di terapie piu' innovative- aggiunge il dott.
Giuseppe Procopio, Responsabile Oncologia Medica Genitourinaria dell'Istituto Tumori Milano- Da pochi giorni gli oltre 4.400 uomini e donne italiani, colpiti da queste forme della neoplasia, hanno a disposizione, come trattamento di prima linea, Cabozantinib. Si tratta di un farmaco orale inibitore antiangiogenetico che puo' bloccare la proliferazione cellulare attraverso l'inibizione della formazione di nuovi vasi sanguigni necessari al tumore per nutrirsi. Il farmaco e' disponibile sia per il carcinoma renale avanzato in adulti naïve al trattamento a rischio 'intermediate' o 'poor' che per pazienti adulti precedentemente trattati con terapia contro il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (Vegf). Studi di fase II e III hanno inoltre evidenziato come la molecola sia capace di ridurre le metastasi ossee e cerebrali che sono tipiche della patologia uro-oncologica. Si aprono quindi interessanti prospettive che dovranno essere monitorate e quantificate da nuove indagini scientifiche".
"La ricerca medico-scientifica ha messo a punto strumenti terapeutici estremamente efficaci- sottolinea il dott. Renzo Colombo, Vice Presidente SIUrO- Le terapie a bersaglio molecolare hanno rivoluzionato la lotta ad una neoplasia nella quale la chemioterapia si e' storicamente dimostrata poco utile. Rispetto ai decenni precedenti la qualita' di vita dei pazienti e' quindi notevolmente migliorata. Tuttavia possono insorgere alcuni effetti collaterali ed e' quindi necessario instaurare un adeguato dialogo tra medico, malato e caregiver. Sempre piu' importante e' anche il ruolo degli stili di vita durante e dopo le cure. Come dimostrano numerosi studi, una sana alimentazione e un'attivita' fisica giornaliera, adattata alle singole possibilita', rappresentano un prezioso aiuto e vanno quindi raccomandate. Possono migliorare la risposta dell'organismo ai trattamenti oncologici". "Nonostante questi grandi successi, ad oggi non esiste una forma di prevenzione specifica della patologia- aggiunge il dott. Conti- Possiamo tuttavia eliminare o ridurre alcuni fattori di rischio che la favoriscono. Si calcola che in totale oltre un terzo dei casi di tumore renale puo' essere collegato al fumo di sigaretta. Il 30% e' invece attribuibile al sovrappeso o all'obesita'. Esistono inoltre delle persone che devono essere considerate 'sorvegliati speciali'. I pazienti affetti da malattia renale policistica, sottoposti a dialisi per lungo tempo, presentano un rischio fino a 30 volte maggiore di sviluppare la neoplasia".
"I parenti di primo grado di malati con carcinoma renale possono sviluppare una probabilita' quattro volte maggiore di essere colpiti dallo stesso tumore rispetto alla popolazione generale- conclude il dott. Procopio- Particolarmente esposti al rischio sono anche i lavoratori costretti ad un'esposizione prolungata ai derivati del petrolio, torotrast o zinco. Infine non va sottovalutata l'ipertensione, una delle patologie croniche piu' diffuse e che interessa oltre 15 milioni d'italiani. Aumenta del 60% le probabilita' d'insorgenza della malattia uro-oncologica".
(Comunicati)
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PRESIDENTE Antonio Magi |
VICE-PRESIDENTE Pier Luigi Bartoletti |
SEGRETARIO Claudio Colistra |
TESORIERE Luisa Gatta |
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CONSIGLIERI MEDICI |
Foad Aodi |
Musa Awad Hussein |
Roberto Bonfili |
Stefano Canitano |
Gianfranco Damiani |
Giuseppe Imperoli |
Luigi Tonino Marsella |
Cristina Patrizi |
Ivo Pulcini |
Rosa Maria Scalise |
Maria Grazia Tarsitano |
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COMMISSIONE ODONTOIATRI |
PRESIDENTE Brunello Pollifrone |
SEGRETARIO Sabrina Santaniello |
COMPONENTI Nicola Illuzzi |
Giuseppe Marzo |
Giovanni Migliano |
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COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI |
PRESIDENTE Alfredo Cuffari |
COMPONENTI Emanuele Bartoletti |
Maria Cristina Billi |
SUPPLENTE Antonio Manieri |
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