Roma, 1 ott. - L'1 ottobre 1994 il piccolo Nicholas Green, vittima di un barbaro agguato sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria, donava i propri organi e le cornee grazie alla generosita' dei genitori Reginald e Margaret. A 25 anni da quel gesto che contribui' in maniera importante ad affermare nella societa' italiana il valore della donazione degli organi, il Centro nazionale trapianti desidera ricordare Nicholas e rinnovare alla sua famiglia il ringraziamento per la scelta compiuta, che salvo' la vita a cinque pazienti, di cui quattro pediatrici, e restitui' la vista ad altre due persone.
Nel 2018 in Italia sono avvenute 45 donazioni da minorenni e sono stati effettuati 143 trapianti pediatrici. Da quando il Sistema informativo trapianti ne tiene traccia a livello nazionale, ovvero dal 2002, le donazioni che le famiglie hanno autorizzato dopo la morte dei propri figli sono state 991, mentre i trapianti pediatrici sono stati 2643: il 25,2% dei piccoli pazienti che hanno ricevuto un organo aveva meno di due anni, il 22,8% ne aveva tra i due e i sei, il 13,7% aveva tra i sette e i dieci anni e il 38,3% tra gli undici e i diciassette.
"In questi 25 anni la Rete trapiantologica italiana e' cresciuta esponenzialmente, e' diventata un'eccellenza del Servizio sanitario nazionale, le donazioni sono aumentate di oltre tre volte e i trapianti piu' che raddoppiati", commenta il direttore del Cnt Massimo Cardillo. "Questo pero' non e' ancora sufficiente: in questo momento circa 9mila persone aspettano un organo e 230 sono pazienti pediatrici. Dobbiamo fare in modo che tutti i potenziali donatori vengano segnalati attraverso un forte lavoro con le Regioni sull'organizzazione degli ospedali, ed e' necessario incentivare il trapianto da donatore vivente, che oggi e' una procedura piu' che sicura. Ma soprattutto e' decisivo far crescere il consenso sociale alla donazione attraverso le tante iniziative che il Cnt con le associazioni sta portando avanti per fare in modo di ridurre i tassi di opposizione al prelievo degli organi: in questo senso, nonostante siano passati tanti anni, la storia di Nicholas Green e della sua famiglia e' ancora una testimonianza preziosa e viva, cosi' come quella di tutti i donatori di cui l'opinione pubblica non conosce il nome ma che ogni anno salvano la vita di migliaia di persone".
(Red)