Roma, 26 nov. - "I servizi di assistenza domiciliare e protesica sono strutturati per gli anziani. Per i bambini andrebbero riscritti e adeguati ai bisogni emergenti, dal momento che i minori con bisogni medicalmente complessi non sono casi isolati". Parla con cognizione di causa Antonella Gemma, geriatra e direttore dell'Unita' operativa complessa dei percorsi assistenziali e di non autosufficienza del distretto 13 della Asl Roma 1, che il 30 novembre spieghera' ad una platea di pediatri come funziona 'L'assistenza domiciliare nei bambini con bisogni assistenziali complessi'.
L'occasione sara' fornita dal congresso della Societa' italiana specialisti pediatri (Sispe) a Roma, nella sala del Centro congressi di Via Rieti 13 (vicino Piazza Fiume), sul tema 'Un bambino speciale'. Alla giornata di formazione saranno presenti Renato Cutrera, presidente della Federazione italiana delle associazioni e delle societa' scientifiche dell'area pediatrica (Fiarped), e Alberto Villani, presidente della Societa' italiana di pediatria (Sip).
"Tutti i distretti e le Asl hanno bambini medicalmente complessi- assicura Gemma- cosa particolarmente evidente nel distretto 14 della Asl Roma 1 e nel mio distretto 13 situato vicino l'Ospedale pediatrico Bambino Gesu'". Le criticita' rilevabili nell'assistenza domiciliare ai 'bambini speciali' "sono legate soprattutto alla mancata integrazione dei servizi- spiega l'esperta- dobbiamo affinare una gestione integrata a livello dei servizi aziendali. Oggi le problematiche emergenti riguardano soprattutto i minori non residenti, che arrivano da Paesi che non appartengono all'Unione europea e anche dalle altre regioni italiane. La nostra normativa- sottolinea la geriatra- impone delle autorizzazioni per la diffusione del materiale protesico, di carrozzine, ventilatori e farmaci. In genere l'autorizzazione per erogare suddetti servizi deve arrivare dalle Asl di residenza. Purtroppo, nei casi di minori che arrivano da fuori Italia e/o Europa non avremo mai l'assicurazione e il rimborso- aggiunge Gemma- e sara' difficile integrare i loro bisogni con la rigidita' delle regole della normativa regionale a cui verra' presentata la richiesta. Inoltre, e' visibile la mancanza di una rete di supporto familiare e formale- conclude- che deve essere colmata".
(Rac/ Dire)