Roma, 20 nov. - "Nessuno deve morire per una emorragia non controllata". E' lo slogan lanciato dalla Societa' Italiana di Chirurgia d'Urgenza e Trauma (Sicut), insieme al Capitolo italiano dell'American College of Surgeons che promuove in l'Italia la campagna 'Stop the Bleed', ferma l'emorragia.
L'obiettivo e' quello di sensibilizzare e formare i cittadini in modo che chiunque si trovi ad assistere a un evento traumatico possa intervenire, con semplici mosse, per controllare l'emorragia e aiutare la vittima in attesa dei soccorsi.
La campagna e' stata presentata presso l'Aula Magna della I Clinica Medica del Policlinico Umberto I - Universita' Sapienza - dove si e' tenuto anche un corso dimostrativo. A prendere parte all'evento anche autorita' istituzionali, tra le quali il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, il presidente dell'Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi, e diverse rappresentanze della Croce Rossa Italiana, dell'Ares 118, dei Vigili del Fuoco, della Polizia di Stato, delle Misericordie, dell'Universita' degli Studi di Roma Foro Italico, del Coni, dell'Inail, ecc. A moderare l'incontro il giornalista della Rai Jacopo Volpi.
I cittadini devono essere formati su come fermare una emorragia poiche' e' stato gia' dimostrato, come nel caso delle manovre di rianimazione o di quelle antisoffocamento, che l'intervento tempestivo, se pur non eseguito da personale medico specializzato, puo' essere ugualmente efficace. Le emorragie dovute a un trauma di qualunque natura, rappresentano la principale causa delle morti evitabili, pari al 40% delle morti immediate. Si stima che il tempo medio per il dissanguamento va dai 2 ai 5 minuti, mentre il primo soccorso medico, in media, arriva dopo 7 minuti. Le persone presenti sul luogo dell'evento possono colmare questo gap.
L'obiettivo della campagna 'Stop the Bleed' e' proprio quello di salvare vite attraverso un'adeguata formazione della popolazione. Pensiamo, per esempio, a quanto potrebbe essere utile per la sicurezza dei nostri figli, che il personale scolastico fosse formato per l'intervento in caso di gravi emorragie, o che in ogni ufficio pubblico, centro commerciale, stazione della metropolitana e perche' no, in ogni automobile privata o delle forze di polizia ci fosse uno kit con semplici dispositivi per fermare un'emorragia. Gia' dal 2013, negli Stati Uniti, a causa del crescente numero di attentati, un gruppo multidisciplinare formato da medici, militari, forze di polizia, Vigili del fuoco, Servizi di Emergenza, Fbi e Consiglio di Sicurezza Nazionale stilo' raccomandazioni per la risposta iniziale alle emorragie potenzialmente mortali in caso di maxi-emergenze e ne diffuse la conoscenza tra la popolazione. E' necessario che anche in Italia si crei una coscienza collettiva a riguardo e che prenda piede un programma educazionale che insegni come utilizzare le proprie mani o semplici dispositivi per controllare le perdite di sangue.
Per il nostro Paese, la campagna 'Stop the bleed' e' stata sposata e promossa dalla Societa' Italiana di Chirurgia d'Urgenza e Trauma, insieme al Capitolo italiano dell'American College of Surgeons, con l'obiettivo di realizzare corsi completamente gratuiti per formare gli istruttori, vale a dire personale medico e infermieristico, e poi i laici, iniziando dal personale che lavora in contesti pubblici come scuole, gruppi scout, Vigili del Fuoco, polizie municipali, per poi estenderli anche ai cittadini, alle aziende o ai privati che ne facciano richiesta. Tra gli obiettivi della campagna, anche quello di trovare i fondi per distribuire gratuitamente, in tutti i luoghi piu' frequentati come scuole, centri commerciali, palestre, musei, luoghi di culto, i kit contenenti il necessario per assistere il paziente emorragico.
(Mco/Dire)