Roma, 20 nov. - "Dopo tre decenni possiamo dire che il nostro Paese ha rispettato e messo in pratica tutte le raccomandazioni contenute nel documento. L'Italia infatti si classifica ai primi posti in Europa e al mondo per quanto riguarda la qualita' di vita dei piu' giovani e il loro livello di salute. Siamo convinti che questi risultati siano stati raggiunti anche grazie all'impegno e alla dedizione della pediatria di famiglia". Lo dice Paolo Biasci, presidente nazionale della Federazione italiana medici pediatri (Fimp), in occasione del trentennale della Convenzione ONU sui Diritti dell'infanzia e dell'Adolescenza.
"E' una peculiarita' del nostro sistema sanitario nazionale che potrebbe essere presa ad esempio anche da altri Paesi. Siamo oltre 7.000 professionisti presenti in modo capillare su tutta la Penisola- sottolinea Biasci- e ci adoperiamo per educare i giovani e i genitori a condurre stili di vita sani e a prevenire le malattie piu' gravi". A trent'anni dal 20 novembre 1989 i pediatri della Fimp ribadiscono il loro impegno di tutela e di promozione della salute di ogni bambino.
I pediatri della Fimp assicurano il loro ruolo di avvocati dei bambini a difesa dei loro diritti anche se inespressi, accompagnando ciascuno nella loro crescita attraverso la prevenzione in genere e corretti stili di vita. Infatti, e' recente l'allerta che hanno sollevato sull'emergenza smog, rilanciando l'allarme di Marina Romanello della University College London, una delle autrici del report pubblicato su The Lancet. "Dagli anni '60, il potenziale di resa delle colture per il mais si e' ridotto del 10,2 per cento, quello per il grano invernale e' diminuito del 5 per cento, il potenziale del grano primaverile si e' ridotto del 6 per cento, quello della soia e' diminuito del 7 per cento e il potenziale di resa del riso e' diminuito del 5 per cento", riferisce la scienziata. "L'Italia e' esposta a livelli molto elevati di inquinamento atmosferico, che portano a circa 46.000 decessi prematuri a causa dell'esposizione al PM2,5. È il piu' alto tasso di mortalita' d'Europa- riferisce Romanell - e l'undicesimo piu' alto del mondo e ha causato una perdita di 20,2 milioni di euro in Italia".
Aggiunge la scienziata: "Inoltre, l'invecchiamento della popolazione italiana pone anche un rischio elevato di soffrire degli effetti negativi dell'esposizione a ondate di calore estreme, che colpiscono in particolare le persone di eta' superiore ai 65 anni. L'esposizione al calore ha portato anche a oltre 1,7 milioni di potenziali ore di lavoro globali perse nel 2017- conclude- il 67 per cento delle quali e' andato perso nel settore agricolo".
(Rac/ Dire)