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5 mln italiani con diabete, ma manca presa in carico su territorio
Roma, 13 nov. - Nel mondo si stimano 415 milioni di diabetici, che arriveranno a 522 milioni nel 2030. In Italia sono 5 milioni le persone che soffrono di diabete, di cui un milione sconosciute, pari all'8% della popolazione. Il 65% dei diabetici ha piu' di 65 anni, il 35% e' in eta' lavorativa. E nella fascia di eta' compresa tra i 20 e i 49 anni a essere colpite sono piu' le donne, mentre tra i 50 e gli 80 anni la maggior parte dei malati e' di sesso maschile. Se consideriamo la mancata 'presa in carico' dei pazienti da parte delle strutture diabetologiche del Servizio sanitario nazionale, il rischio e' di andare incontro ad esami inappropriati, diagnosi e cure tardive.
"Oggi il paziente diabetico viene ancora curato prevalentemente 'a prestazione', errando da un Centro diabetologico all'altro, scontrandosi con la cosiddetta 'burocrazia inutile'- spiega Rocco Bulzomi', diabetologo, endocrinologo del Gruppo Sanitario Usi- Essendo un paziente cronico dovrebbe invece essere 'preso in carico' sul territorio dove vive, e gestito prevalentemente, in condizioni di stabilita' metabolica, dal proprio medico di famiglia in collaborazione con il Centro diabetologico del proprio distretto Asl. Il destino del paziente varia invece in base al territorio: passa dal medico di medicina generale, al CUP, a strutture sempre diverse, mentre dovrebbe avere il diritto di scegliere il Centro piu' comodo dove soddisfare tutti i propri bisogni, con una calendarizzazione di appuntamenti all'interno della stessa struttura".
Quali sono allora i rischi di una mancata presa in carico corretta? "Innanzitutto la duplicazione inutile di esami e visite diabetologiche- spiega l'esperto- Il diabetico ha bisogno di essere inquadrato, stabilizzato e poi, una volta raggiunto l'equilibrio metabolico, riaffidato al medico di medicina generale affinche' verifichi il rispetto degli obiettivi indicati. Poi c'e' il rischio di diagnosi e cure tardive: nei casi di pazienti a rischio per obesita', familiarita', sedentarieta', il medico di famiglia ha l'opportunita' di cogliere i segnali premonitori di un diabete mellito e di inviarlo al Centro diabetologico che dovrebbe prendere in carico il paziente dall'inizio, senza ritardi dovuti a esami inappropriati e liste d'attesa infinite".
"A far aumentare i casi di diabete concorrono l'alimentazione sbagliata, con i cibi piu' economici che sono quelli a maggiore rischio dismetabolico, lo stress che influenza negativamente il controllo metabolico del diabete e la sedentarieta', aggiunge il Diabetologo- E i costi sono alti: il costo annuo del diabetico e' pari a 2.900 euro contro i 1.300 del non diabetico; costo che risulta triplicato con un ricovero con degenza media maggiore rispetto ai non diabetici. Questo costo annuo per il 50% e' assorbito dai ricoveri ospedalieri, solo l'1% riguarda le visite diabetologiche. Il 90% e' il costo delle complicanze del diabete".
(Comunicati)
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PRESIDENTE Antonio Magi |
VICE-PRESIDENTE Pier Luigi Bartoletti |
SEGRETARIO Claudio Colistra |
TESORIERE Luisa Gatta |
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CONSIGLIERI MEDICI |
Foad Aodi |
Musa Awad Hussein |
Roberto Bonfili |
Stefano Canitano |
Gianfranco Damiani |
Giuseppe Imperoli |
Luigi Tonino Marsella |
Cristina Patrizi |
Ivo Pulcini |
Rosa Maria Scalise |
Maria Grazia Tarsitano |
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COMMISSIONE ODONTOIATRI |
PRESIDENTE Brunello Pollifrone |
SEGRETARIO Sabrina Santaniello |
COMPONENTI Nicola Illuzzi |
Giuseppe Marzo |
Giovanni Migliano |
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COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI |
PRESIDENTE Alfredo Cuffari |
COMPONENTI Emanuele Bartoletti |
Maria Cristina Billi |
SUPPLENTE Antonio Manieri |
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