Roma, 8 nov. - Grazie a uno studio internazionale coordinato da medici della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e Universita' Cattolica, campus di Roma, la cura della retinopatia dei prematuri ha un nuovo alleato: una iniezione locale di un farmaco (Ranibizumab) nel neonato blocca praticamente nella quasi totalita' dei casi la malattia, evitando il distacco di retina. Lo studio e' stato pubblicato sulla prestigiosa rivista The Lancet ed e' stato ideato e coordinato dal dottor Domenico Lepore, specialista dell'Unita' Operativa Complessa di Oculistica del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS e ricercatore di Oftalmologia all'Universita' Cattolica, campus di Roma insieme a Neal Marlow neonatologo della University College London, Alistair Fielder della University of London, Andreas Stahl, della University Medical Center, Greifswald in Germania e Brian Fleck, dell'Universita' di Edimburgo. I bimbi nati pretermine vanno incontro a retinopatia a causa di un'immaturita' del sistema vascolare retinico: l'incidenza tra i prematuri gravi (nati sotto le 28 settimane di gestazione e 750 grammi di peso) e' del 100%. Nel trial clinico coordinato dal dottor Lepore sono stati arruolati 225 neonati pretermine, suddivisi in tre gruppi di intervento che hanno ricevuto Ranidizumab in due dosaggi diversi o la terapia laser, fino a ora considerata lo standard di cura. Il Ranidizumab e' un anticorpo specifico contro il fattore di crescita vascolare (VEGF), utilizzato dapprima come chemioterapico e poi nelle maculopatie. Ebbene, e' emerso che una sola iniezione del farmaco (solo nel 30% dei casi servono due iniezioni) ferma la progressione della retinopatia, un problema molto diffuso tra i prematuri che sono l'11% dei nati in Italia.
Il tasso di successo del laser e' inferiore e si assesta sul 68% dei casi. Le implicazioni cliniche di questo studio sono importanti perche' e' la prima volta che si attesta l'efficacia del farmaco (gia' in uso da tempo sui nati pretermine) con un trial clinico: "Il farmaco- spiega il dottor Lepore- evita la progressione verso il distacco di retina praticamente nel 100% dei casi. Tuttavia i piccoli pazienti devono essere sottoposti a controlli dopo l'iniezione. La terapia richiede comunque che i bambini siano seguiti da centri specializzati per alcuni anni (come in realta' dove essere fatto per tutti i pretermine gravi come sono questi bambini)".
(Comunicati)