Roma, 22 mar. - Consumo di alcol, fumo, sedentarieta', dipendenza dalla tecnologia: queste sembrano essere le caratteristiche principali per descrivere le cattive abitudini e il disagio degli oltre 2 milioni di adolescenti italiani. Secondo i piu' recenti dati Istat, infatti, il 14,9% dei ragazzi tra i 14 e i 17 anni consuma alcol fuori dai pasti, nel 6,3% dei casi fuma e nel 16,6% dei casi non fa nessuna attivita' fisica; inoltre, il 93,9% dei ragazzi tra i 15 e i 17 anni usa internet, nell'82% dei casi quotidianamente, arrivando anche a un uso eccessivo e a mostrare segni di dipendenza.
"Nonostante i dati allarmistici sui comportamenti devianti degli adolescenti- spiega Katia Vignoli, psicoterapeuta esperta di adolescenti- non c'e' in realta' nulla di particolarmente nuovo nell'attuale generazione di giovani. Ribellarsi, provare disagio, scontrarsi con la generazione degli adulti sono comportamenti che in questa fase evolutiva si ripetono da secoli. La novita' e' piuttosto rappresentata dalle modalita' in cui si manifesta il disagio adolescenziale, quale ad esempio l'abuso nell'utilizzo di internet e dei social network. Per definizione un adolescente e' sempre 'solo': talmente assorbito dalla sua repentina trasformazione, da essere cosi' centrato su se' stesso dal non vedere altro. L'abitudine ai social network amplifica questo stato di 'monade': si comunica senza scambiare, ci si mostra senza svelarsi, si cerca ossessivamente la visibilita' per sparire nella serialita' e nell'omologazione delle immagini". L'assumere comportamenti autodistruttivi puo' essere spesso solo un'espressione del disagio adolescenziale.
"Il malessere, tipico, di questo periodo dello sviluppo- chiarisce Rinaldo Missaglia, segretario Nazionale SiMPeF-Sindacato Medici Pediatri di Famiglia- puo' portare ad assumere abitudini, quali il consumo di alcol, l'attitudine al fumo, l'uso di sostanze psicoattive, ma anche l'inattivita' fisica stessa, che i giovani associano idealmente ad un comportamento 'adulto'; cosicche' la distanza generazionale nei confronti degli adulti si sostanzia paradossalmente in un'imitazione dei loro comportamenti simbolo. Questi ragazzi, non di rado mal compresi e financo trascurati dalle figure adulte di riferimento, sono costretti a subire anche un vuoto assistenziale che il pediatra di famiglia potrebbe pero' colmare. Infatti, il sistema dei controlli preventivi caratterizzato dalle visite ad eta' filtro, strumento prezioso e consueto nella pratica della pediatria di famiglia, dovrebbe continuare a rappresentare un valido mezzo per accompagnare in continuita' il ragazzo fino all'eta' adulta consentendo anche di rilevare eventuali situazioni di particolare criticita' che necessitino di un intervento professionalmente adeguato. Non dimentichiamo che, come denuncia un recentissimo rapporto pubblicato su Lancet, tra il 1990 e il 2016 lo stato di salute delle generazioni piu' giovani e' in netto peggioramento in tutto il mondo, con sovrappeso e obesita' a farla da padrone. È tempo che le Istituzioni preposte all'organizzazione del Sistema Sanitario Nazionale e Regionale si attivino per valutare l'adeguamento delle norme alle nuove esigenze sanitarie dei giovani assistiti prima che queste sfocino in emergenze sociosanitarie".
"Il disagio adolescenziale e' un fatto concreto- interviene Alessandro Albizzati, direttore Neuropsichiatria dell'Infanzia e Adolescenza, Ospedale San Paolo di Milano- I principali indicatori internazionali e la nostra pratica quotidiana testimoniano problematiche psico-sociali da non sottovalutare ne' trascurare: disturbi alimentari, dipendenza da internet, cyberbullismo, binge-drinking, tentato suicidio sono fenomeni all'ordine del giorno nei nostri reparti. Una figura di riferimento come il pediatra di famiglia potrebbe essere utile, sia al giovane sia ai famigliari, in questa eta' particolarmente critica di transizione verso la vita adulta, soprattutto per individuare situazioni borderline che se non affrontate potrebbero solo peggiorare".
"Le problematiche degli adolescenti- dice Monica de' Angelis, pediatra di famiglia e responsabile scientifico Dipartimento Formazione SiMPeF- avranno ampio spazio durante il 7 Congresso Nazionale SiMPeF, che si terra' a Milano il 29 e 30 marzo.
Infatti, oltre ad aver dedicato un simposio alle loro problematiche psico-sociali e sessuali, anche tematiche quali l'alimentazione e i problemi dermatologici saranno trattate considerando anche cio' che accade specificamente negli adolescenti, oltre che nei bambini. L'attenzione riservata al mondo degli adolescenti durante il Congresso rappresenta solo l'inizio di un percorso formativo che SiMPeF affrontera' durante l'anno".
"L'ampio spazio dato all'eta' adolescenziale e alle sue peculiari problematiche- conclude Missaglia- a questo appuntamento per l'aggiornamento del pediatra di famiglia vuole sottolineare la nostra forte convinzione che un ampliamento dell'assistenza pediatrica fino alla maggiore eta' garantirebbe le cure necessarie in questa eta' problematica da un punto di vista sia sanitario sia sociale".
(Comunicati)