(DIRE) Parigi (Francia), 23 mag. - L'Italia e' prima in Europa per il trattamento dell'infarto miocardico acuto con angioplastica coronarica. Al Congresso Internazionale di Cardiologia Interventistica EuroPcr2019, in corso di svolgimento a Parigi fino al 24 maggio, la rivoluzione nella cura delle principali patologie cardiache ha una forte componente tecnologica: iI grande risultato dell'Italia nel trattamento dell'infarto e' nei dati Gise (Societa' Italiana di Cardiologia Interventistica) resi noti, nel corso dell'evento. Nel 2018, con piu' di 37.700 pazienti trattati con angioplastica, l'Italia e' il primo paese in Europa per il trattamento efficace dell'infarto miocardico, prima causa di morte nel nostro Paese (36% dei decessi). Se circa 30 anni fa, per questa patologia, morivano il 30% dei pazienti in ospedale, oggi la percentuale e' del 4%.
"La riduzione della mortalita' intraospedaliera e' stata soprattutto al trattamento dell'infarto con l'angioplastica coronarica e l'Italia e' ai vertici assoluti in questo trend positivo. Nel 2018 sono stati eseguiti 614 interventi di angioplastica primaria su milione di abitanti, valore al di sopra di quello definito ideale di 600, che in Europa raggiungeva solo la Germania", ha spiegato Giuseppe Musumeci, Past President Gise. "Oggi, su 750 pazienti per milione di abitanti colpiti da infarto la stragrande maggioranza viene trattata con angioplastica primaria con stent coronarici sempre piu' moderni, sicuri ed efficaci".
Nell'infarto accade che un'arteria del cuore (coronaria) viene occlusa per colpa di un coagulo o di un trombo. Il tessuto a valle non viene piu' irrorato e muore, compromettendo, in modo variabile la funzionalita' del cuore. Per rimuovere l'ostacolo al flusso sanguigno, prima si interveniva con un farmaco per farlo sciogliere, poi e' arrivato il palloncino, lo stent da posizionare con un intervento di angioplastica nella sala di emodinamica. La tecnica permette di rimuovere il coagulo e mantenere la pervieta' del vaso grazie a una struttura metallica che resta in loco. In Italia, che ha partecipato al progetto europeo Stent for life, grazie a una rete di 272 centri, l'intervento e' garantito su tutto il territorio nazionale 24 ore su 24.
Proprio nell'ambito di questi stent si stanno registrando all'EuroPcr 2019 importanti novita' tecnologiche per rendere il dispositivo riassorbibile e utilizzabile con successo anche nelle coronarie piu' delicate e sottili (meno di 2 millimetri, contro i 2-4 i media), tipiche delle donne, e piu' difficili da trattare. Attualmente il 98% dei pazienti con angioplastica ha uno stent medicato. Questo puo' avere maglie di spessore variabile: 91, 74 e 60 microm. Nello studio BIO-RESORT, sono stati messi a confronto i migliori tre della classe in coronarie con diametro inferiore ai 2 millimetri. L'ultrasottile, piu' innovativo, (60 micron), a tre anni dall'impianto, ha registrato la migliore performance, dato che la necessita' di un re-intervento e' stata pari al 2,1% dei casi, meno della meta' degli altri (5,3% per i 91 e 4% per 74 microm).
A questa tecnologia, si e' affiancata la nuova generazione di stent totalmente riassorbibili che si pone l'obiettivo di superare i limiti legati alla presenza di una struttura metallica permanente, dello stent tradizionale. A base di una lega di magnesio questo stent, oltre a rilasciare il farmaco, evita l'aggregazione piastrinica, quindi la formazione di un trombo, e viene riassorbito completamente entro un anno dall'impianto. In questo modo si ripara la parete vascolare che nei mesi successivi recupera totalmente la sua funzionalita' e la sua motilita' fisiologica. Novita' di questi giorni sono i dati dei primi 800 pazienti dello studio BIOSOLVE-IV, trattati con stent in lega di magnesio che hanno confermato un'eccellente performace di efficacia e sicurezza in una corte di pazienti piu' ampia e clinicamente piu' complessa. I risultati hanno mostrato infatti un'incidenza di TLF del 4.7% a 12 mesi e un tasso dello 0.1% di trombosi dello stent, in linea con i risultati clinici dei DES metallici di ultima generazione. Questi dati si aggiungono ai risultati dei precedenti studi con follow up pluriennali e aprono nuovi scenari di trattamento delle lesioni cardiovascolari. Per confermare questi dati la Societa' Italiana di Cardiologia Interventistica ha dato il via ad uno studio con registro italiano It-Masters, un trial clinico, multicentrico, prospettico che prevede l'arruolamento di 350 pazienti e coinvolgera' 30 centri omogeneamente distribuiti sul territorio italiano.
(Wag/ Dire)