(DIRE) Roma, 14 mag. - Combattere la circoncisione clandestina, la paura e i pregiudizi nei confronti delle varie culture e dei migranti, ma anche intensificare l'aggiornamento professionale per le patologie piu' emergenti e agevolare l'accesso al Pronto soccorso anche per gli immigrati senza permesso di soggiorno. Di questo e di tanto altro si e' discusso sabato scorso presso l'Aula Roberto Lala dell'OMCeO di Roma al corso 'Flussi migratori, salute e cooperazione internazionale', primo appuntamento di una serie di convegni formativi organizzati dall'Area rapporti con i Comuni e Affari esteri dell'Omceo di Roma.
Un momento di confronto moderato dal consigliere Omceo di Roma e responsabile scientifico del convegno, Foad Aodi, in cui sono intervenuti, fra gli altri, anche i coordinatori delle tre commissioni: Fabio Abenavoli, commissione solidarieta' e cooperazione internazionale, Fabio Valente, commissione Comuni uniti, J. Abo Abbas e M.P. Baleanu, commissione medici di origine straniera e collaborazione interprofessionale, che hanno illustrato le finalita' e le attivita' proficue delle commissioni a favore di tutti, compreso il dialogo interreligioso laico e interculturale e il loro legame con la medicina dal momento che i medici appartengono alle varie culture e religioni.
Il primo messaggio emerso e' che bisogna tutelare il diritto alla salute per tutti, non utilizzare termini discriminatori, per esempio 'clandestini', curare tutti e aiutarli a casa loro, anche in Italia, senza far entrare la politica nella Sanita'.
"Dal convegno e' nato un manifesto per '#LaBuonaSaluteMigrantieRifugiati'- ha sottolineato Aodi- composto da 10 punti: il primo riporta dei dati dell'Oms, Organizzazione mondiale della Sanita', che evidenziano come i migranti non portano malattie, ma si ammalano dopo il loro arrivo per vari problemi e per l'abbassamento delle difese immunitarie. Noi come medici dobbiamo essere in prima linea per curarli, senza l'obbligo di verificare se hanno o meno il permesso di soggiorno. Questa e' una battaglia che portiamo avanti da tanto tempo: diciamo 'no ai medici spia'".
E' stato infatti provato come spesso i migranti siano vittime delle condizioni in cui vivono da cui derivano complicazioni in ambito sanitario. Case fatiscenti e umide, lavori pesanti, fattori depressivi ed economici e mancanza di informazioni. Molto spesso non sanno dove possono rivolgersi per le cure primarie, questo vale in particolare per gli immigrati irregolari. Per questo urge intensificare le comunicazioni e le informazioni per le cure e i servizi sanitari e l'accesso al Pronto soccorso senza paura anche per gli immigrati senza permesso di soggiorno.
Intensificare e potenziare gli ambulatori multietnici, ma allo stesso tempo combattere la paura e i pregiudizi nei confronti delle varie culture e migranti.
Un altro dei temi caldi e' la lotta alla circoncisione clandestina. I numeri dell'Amsi sono chiari: in Italia ogni anno si praticano 5mila circoncisioni, il 35% di queste sono praticate in condizioni di illegalita', molto spesso eseguite in casa da persone che non sono neanche medici, a un costo variabile che va dai 20 ai 50 euro. Dal convegno e' emerso come sia importante andare avanti con la circoncisione preventiva concordata tra il Ministero della Salute, Amsi e Fnomceo. In questo senso e' urgente pensare a un decreto nazionale autorizzativo a favore della circoncisione con costi sociali, dai 200 ai 250 euro, in base al reddito a carico delle famiglie.
"E' importante che la circoncisione non venga chiamata rituale- ha specificato Aodi- perche' cosi' facendo la sleghiamo dall'aspetto religioso, anche perche' l'Islam non la impone, ma la raccomanda. Questa, tra l'altro, e' una pratica che viene richiesta anche da tanti non musulmani per motivi igienici. Noi abbiamo lanciato il nostro appello per cercare di contrastare quel 35% di persone che ancora fa ricorso alla pratica della circoncisione clandestina, gia' causa di morte di 4 bambini.
Dobbiamo slegare la medicina dalla religione. Dobbiamo combattere le cure fai da te, quelle non autorizzate, dobbiamo dire no a pratiche e rituali tradizionali che esulano dalla medicina ufficiale. Per questo dobbiamo combattere non solo le circoncisioni, ma anche le pratiche di infibulazione genitali femminili".
Durante i lavori e' stato sottolineato anche il ruolo della formazione e come sia importante intensificare l'aggiornamento professionale per le patologie piu' emergenti. Il manifesto pero' non si limita alle questioni nazionali, ma guarda in maniera piu' ampia ai fenomeni migratori, per questo si legge, fra gli impegni sottoscritti, la necessita' di intensificare la telemedicina e l'insegnamento dei medici locali in particolare nei posti di conflitto per poter curare in lodo senza l'obbligo di lasciare i loro Paesi d'origine. "Dobbiamo aiutarli a casa loro- ha evidenziato il responsabile scientifico del congresso- ma anche in Italia. No a slogan politici per dire rimandiamoli nei nostri Paesi, ma aiutiamoli con progetti con cooperazione internazionale vera, insegnando ai medici in loco le pratiche delle specializzazioni piu' richieste. Come abbiamo fatto in Iraq, in Siria, in Libia e in Libano con progetti veri. Abbiamo gia' aperto un centro in Iraq, a Nassirya, dove un medico locale opera i bambini che presentano malformazione del labbro".
Questo e' stato solo il primo di una serie di incontri per cercare di creare una vera integrazione fra medici italiani e di origine straniera che vada a tutelare la salute di tutti. Non solo formazione, ma anche informazione utile per combattere le fake news e i falsi miti, promuovendo delle campagne mediatiche di integrazione e di buone pratiche.
"Ci sara' una seconda e una terza edizione- ha concluso il consigliere Omceo- in cui si trattera' delle emergenze sanitarie, porteremo i dati sulle malattie piu' frequenti che colpiscono i migranti una volta arrivati sul territorio nazionale".
Sui diversi temi sono intervenuti: Il ruolo del medico di Famiglia (M. Sabatini), La sanita' ed i Comuni (F. Valente), Circoncisione preventiva, Sanita' e Immigrazione (F. Aodi), Ambulatorio per la Circoncisione presso Asl Roma 4 (G.
Quintavalle e A. Carbone), Cooperazione internazionale e aiutarli a casa loro (F. M. Abenavoli e L. Pacifici Nojia), le donne migranti (S. M. Diku), malattie infettive (G. Taliani), Accesso al Pronto soccorso (E. Attalla), Immigrazione e etica (G.
Ceccarelli); Il ruolo degli Ambulatori Multietnici (E. Grimaldi e F. Aodi), Immigrazione e medicina legale (L. Marsella e M.
Treglia), Il diritto alla salute (Avv. F. Toppetti), Il ruolo della M.M. nelle emergenze ostetrico-ginecologiche a bordo delle Unita' Navali (L. Bello), Nuovi progetti per l'integrazione e internet (B. Cosmi e L. Gabriele). Insieme ai vari moderatori: K. Paknegad, A. M. Cipriani, Zaraket, M. Khalili, P. E. Valente e U. G. Pacifici Nojia.
(Edr/ Dire)