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L'8,1% degli over65 italiani soffre di fibrillazione atriale
Roma, 9 lug. - Sono stati pubblicati sulla rivista Europace, organo ufficiale della European Society of Cardiology e della European Heart Rhythm Association, i risultati del 'Progetto FAI: la Fibrillazione Atriale in Italia', finanziato dal Centro per il Controllo delle Malattie del Ministero della Salute e coordinato dalla Regione Toscana.
Il Progetto FAI e' stato promosso e sviluppato dal Professor Domenico Inzitari, del Dipartimento NEUROFARBA dell'Universita' degli Studi di Firenze, in qualita' di Responsabile Scientifico, e dal Dr. Antonio Di Carlo, dell'Istituto di Neuroscienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche, in qualita' di Coordinatore Scientifico, insieme ai Responsabili delle quattro Unita' Operative del Progetto, Dr. Leonardo Bellino (Firenze), Dr.
Domenico Consoli (Vibo Valentia), Dr. Fabio Mori (Firenze) e Dr. Augusto Zaninelli (Bergamo).
"Il Progetto FAI- si legge ancora- ha consentito di stimare, per la prima volta in Italia, la frequenza della fibrillazione atriale in un campione rappresentativo della popolazione anziana, costituito da 6.000 ultrasessantacinquenni arruolati tra gli assistiti dei Medici di Medicina Generale nelle 3 Unita' Operative situate in Lombardia, Toscana e Calabria. Tutti i partecipanti sono stati sottoposti a una procedura di screening e successiva conferma clinica. Lo studio e' servito inoltre a sviluppare e validare una metodologia direttamente trasferibile ai Medici di Medicina Generale e al SSN. I dati raccolti indicano nella popolazione anziana del nostro paese una frequenza della fibrillazione atriale dell'8,1%. Questo significa che un anziano su 12 ne e' colpito, portando a stimare in circa 1,1 milioni i soggetti affetti da questa aritmia in Italia".
Lo studio ha permesso di dimostrare che, per effetto dei cambiamenti demografici, questi numeri saranno in costante crescita nei prossimi anni, fino a raggiungere 1,9 milioni di casi nel 2060. Utilizzando le proiezioni demografiche fornite dall'Ufficio Europeo di Statistica (Eurostat), la ricerca ha permesso anche di stimare i casi di fibrillazione atriale attesi nella popolazione anziana dei 28 paesi dell'Unione Europea. I casi prevalenti nel 2016 risultavano 7,6 milioni, destinati praticamente a raddoppiare fino a 14,4 milioni nel 2060. Inoltre, mentre nel 2016 in Italia gli ultraottantenni affetti da fibrillazione atriale rappresentavano il 53% dei casi, per effetto dei trend demografici nel 2060 saranno il 69% del totale, e in Europa si passera' dal 51% al 65%".
"Si tratta di uno studio molto importante - ha dichiarato il Prof. Mancardi, Presidente della Societa' Italiana di Neurologia - perche' ha permesso di evidenziare come al di sopra dei 65 anni l'8,1 % della popolazione sia affetto da fibrillazione atriale. Si tratta di una condizione che aumenta fortemente il rischio che si formino coaguli all'interno del cuore e quindi il rischio della successiva comparsa di una embolizzazione che puo' interessare le arterie cerebrali, con conseguente improvvisa ostruzione di importanti vasi arteriosi cerebrali e comparsa di un ictus cerebrale ischemico. Circa un quarto di tutti gli ictus cerebrali sono dovuti a questo meccanismo. È molto importante quindi riconoscere le persone che presentano fibrillazione atriale e iniziare una terapia preventiva primaria con anticoagulanti orali. Sono necessarie campagne di sensibilizzazione dei medici di medicina generale e della popolazione tutta, per affrontare adeguatamente questo problema e ridurre cosi' la incidenza delle gravi malattie cerebrovascolari".
La fibrillazione atriale e' la piu' frequente aritmia cardiaca di rilevanza clinica e presenta una stretta correlazione con l'eta' avanzata. La sua importanza e' legata al fatto che essa aumenta di ben 5 volte il rischio di ictus cerebrale, patologia che rappresenta la seconda causa di morte e la prima causa di disabilita' nel soggetto adulto-anziano. Attualmente in Italia si verificano ogni anno circa 200.000 ictus, con un costo per il SSN che supera i 4 miliardi di euro. Rispetto agli ictus dovuti a cause diverse, quelli di origine cardioembolica hanno un impatto piu' devastante in termini di disabilita' residua e sopravvivenza.
"Considerando che i pazienti piu' anziani con fibrillazione atriale- conclude la nota- sono quelli a maggior rischio di comorbosita' e complicanze, il peso di questa aritmia e' destinato a crescere enormemente nei prossimi decenni, con un prevedibile aumento degli ictus cardioembolici, di maggior gravita', ponendo delle importanti sfide legate alla prevenzione e al trattamento. A tale riguardo, sono attualmente disponibili terapie efficaci, quali i farmaci anticoagulanti, che permettono di ridurre di circa 2/3 il rischio di ictus in questi pazienti, ma non sempre sono utilizzate al meglio. Adeguate campagne di screening, con il coinvolgimento diretto dei Medici di Medicina Generale, potrebbero consentire un'identificazione precoce della fibrillazione atriale, attraverso una semplice valutazione del polso e successiva esecuzione di un ECG nei soggetti in cui esso risulti irregolare, nell'ottica di ridurre gli ingenti costi sociali e sanitari collegati a questa aritmia e alle sue conseguenze".
(Comunicati)
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PRESIDENTE Antonio Magi |
VICE-PRESIDENTE Pier Luigi Bartoletti |
SEGRETARIO Claudio Colistra |
TESORIERE Luisa Gatta |
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CONSIGLIERI MEDICI |
Foad Aodi |
Musa Awad Hussein |
Roberto Bonfili |
Stefano Canitano |
Gianfranco Damiani |
Giuseppe Imperoli |
Luigi Tonino Marsella |
Cristina Patrizi |
Ivo Pulcini |
Rosa Maria Scalise |
Maria Grazia Tarsitano |
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COMMISSIONE ODONTOIATRI |
PRESIDENTE Brunello Pollifrone |
SEGRETARIO Sabrina Santaniello |
COMPONENTI Nicola Illuzzi |
Giuseppe Marzo |
Giovanni Migliano |
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COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI |
PRESIDENTE Alfredo Cuffari |
COMPONENTI Emanuele Bartoletti |
Maria Cristina Billi |
SUPPLENTE Antonio Manieri |
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