Roma, 28 giu. - Una persona su tre, fra gli ultra 65enni, riferisce di avere difficolta' a recarsi dal proprio medico di famiglia o a raggiungere gli ambulatori della sua ASL.
Difficolta' che aumenta con l'eta', e riguarda almeno due persone su tre dopo gli 85 anni, con un chiaro gradiente sociale e geografico che vede penalizzate le persone con bassa istruzione, maggiori difficolta' economiche e residenti nelle regioni meridionali. Questo e' solo uno degli aspetti importanti che emergono dai nuovi dati (aggiornati al 2018) del sistema di sorveglianza Passi d'Argento (PdA) sulla popolazione con 65 anni e piu' del nostro Paese.
Questo Sistema di Sorveglianza, condotto da ASL e Regioni, e coordinato dall'Istituto Superiore di Sanita', raccoglie continuamente informazioni su salute percepita, fattori di rischio comportamentali e alcune condizioni peculiari degli anziani, volte a descriverne lo stato di salute, la qualita' di vita e i bisogni di cura e assistenza.
"La tutela dell'accesso alle cure - afferma Maria Masocco, responsabile di PdA - e ai servizi socio-sanitari e la possibilita' di vivere in un ambiente salubre costituiscono, a tutte le eta', condizioni necessarie per garantire il diritto alla salute e rappresentano importanti strumenti per la lotta alle disuguaglianze. Fra le persone anziane, infatti, la difficolta' di acceso ai servizi sanitari, come lo studio del medico di famiglia o i servizi della ASL, puo' avere un impatto sulla salute maggiore dei determinanti socioeconomici noti, istruzione o disponibilita' economiche, e persino dei determinanti legati agli stili di vita (come fumo, alcol, sedentarieta', obesita', diabete ipertensione)".
"È di estrema importanza - conclude Masocco - che le persone anziane non abbiano difficolta' a raggiungere lo studio del medico di famiglia, o i servizi della Asl e che l'accesso a questi servizi non sia solo garantito ma anche facilitato e indipendente dalla capacita'/autonomia economica delle persone anziane".
"Ottenere - evidenzia l'iss - risultati nelle opportunita' di salute, in termini di prevenzione delle cronicita' e riduzione del rischio di disabilita', passa dunque anche attraverso azioni volte a garantire la tutela e l'equita' nell'accesso ai servizi sociosanitari di cui l'anziano ha bisogno".
(Red)