Roma, 14 gen. - Il sindacato dei medici Cimo ritiene che il comma 687 della Legge di bilancio 2019 non puo' annullare di fatto un contratto scaduto, riconosciuto nella legalita' e negli effetti economici dovuti, effetti economici che vanno erogati a prescindere dal rientro dei dirigenti amministrativi nell'area della sanita'. E ritiene che la nuova norma favorisca ulteriormente quelle Regioni che non sanno come uscire da un contratto 2016-2018 le cui risorse non sono state o sono solo parzialmente state accantonate.
Oltre al dibattito sollevato dalle piu' importanti rappresentanze del mondo della sanita', Cimo intende far emergere ulteriori elementi di riflessione che sono insiti nell'assoluta gravita', in termini di democrazia negata, degli effetti di un comma, legato ad una Legge Finanziaria, capace di annullare retroattivamente accordi gia' siglati, con evidente lesione dei piu' elementari diritti sindacali. Lo scenario che si prospetta e' quello di uno spudorato tentativo di dilazionare ulteriormente i tempi per il rinnovo del contratto (dopo 10 anni!), sintomo evidente del male di fondo piu' volte denunciato da CIMO con atti concreti negli scorsi mesi. Laddove poi l'Aran, nei prossimi giorni, dovesse rimandare la pubblicazione dei dati sulla rappresentativita' del comparto per il triennio 2019-21, in questo caso si concretizzerebbe il sospetto che la modifica dell'accordo quadro sia stata fatta anche per ritardare gli effetti della nuova mappa delle deleghe sindacali.
"Come gia' accaduto con il comma 566 della legge di stabilita' 2015, che imponeva uno stravolgimento nel lavoro dei sanitari, il comma 687 e' la cartina al tornasole della trasversalita' politica di alcuni atti legislativi che hanno come obiettivo comune la volonta' di abbassare i livelli di confronto, di concertazione, e di democrazia nel nostro Paese- afferma Guido Quici, Presidente Nazionale Cimo- dimostra inoltre come siano considerati i medici e i dirigenti sanitari del SSN da chi ha interesse ad erogare una sanita' a costi sempre piu' bassi a danno dei cittadini italiani".
"Il malcostume di utilizzare la legge di bilancio, nata per pianificare il budget del Paese, come espediente per imporre l'interesse politico del momento e per offrire mance ad altri portatori di interesse, viene perpetuato anche da questo governo. Ecco come si da' il via libera alla manina di turno, che in questo caso e' palesemente smascherata. Non basta certo questo ad aggirare e annullare i diritti dei lavoratori o il valore propulsivo della rappresentanza sindacale- conclude Quici- e rafforza ancor di piu' le motivazioni delle nostre azioni giudiziarie contro Aran e Regioni".
(Wel/ Dire)