(DIRE) Roma, 8 feb. - Formare studenti provenienti soprattutto da Paesi non comunitari, per consentire loro di laurearsi e tornare poi a lavorare nei Paesi d'origine. Giovani che guardano alla Medicina con spirito umanitario globale. E' questo l'obiettivo dell'Unicamillus, la terza universita' medica privata di Roma che si affianca alla Cattolica e al Campus Biomedico. L'universita' si trova in via di Sant'Alessandro, nel quadrante Est di Roma, e' privata, laica e si ispira alla figura di Camillo De Lellis, che alla fine del sedicesimo secolo contribui' in modo sostanziale a definire i criteri e le modalita' organizzative di un'efficiente assistenza sanitaria.
Ad oggi gli studenti iscritti sono 250, "ma il numero e' destinato a salire" ha spiegato il rettore, Gianni Profita, nel corso di un forum nella sede dell'agenzia Dire con il presidente dell'Ordine dei Medici di Roma, Antonio Magi, il cardiochirurgo e professore all'Unicamillus, Luca Weltert, e la ricercatrice, Sofia Colaceci.
"L'universita' e' nata con uno spirito umanitario- ha raccontanto Profita- Durante i viaggi in Africa ci eravamo accorti che negli ospedali mancavano le risorse umane. Cosi' abbiamo pensato di creare una scuola che potesse formare giovani medici. Con l'Unicamillus riportiamo la sanita', quella di servizio, al centro del dialogo tra le Nazioni". Unicamillus ha scelto di mettere a disposizione un numero importante di prestiti d'onore per gli studenti non comunitari che non dispongono di risorse economiche sufficienti e che rientrano nei paramenti meritocratici. I prestiti saranno totalmente azzerati quando i laureati ritorneranno a lavorare nel proprio Paese di origine.
I corsi di laurea si svolgono prevalentemente in lingua inglese. Tra questi ci sono il corso di laurea magistrale in Medicina e Chirurgia, i corsi di laurea triennale in Infermieristica, Ostetricia, Fisioterapia, Tecniche di Laboratorio Biomedico, Tecniche di Radiologia Medica, per Immagini e Radioterapia.
"Ci auguriamo che i giovani laureati dedichino gran parte della loro vita professionale nei Paesi in via di sviluppo- ha continuato Profita- Ci piace immaginare, anche, che gli italiani possano mescolarsi con i colleghi degli altri Paesi e andare a lavorare li'". Unicamillus, ha sottolineato ancora Profita, "ha instaurato dei rapporti attraverso le Ambasciate. Questa mattina, ad esempio, abbiamo incontrato quella del Kazakistan, nei giorni scorsi quella di Myanmar, della Cambogia, del Bangladesh. Non ci sono grossi problemi perche' l'Italia e' un Paese che attrae sotto il profilo sanitario. E' un Paese ritenuto ad elevata reputazione scientifica". Profita ha poi fatto sapere che "questa notte sono arrivati trenta ragazzi da Haiti, un Paese oggi in ginocchio a causa di due catastrofi in pochi anni: prima il terremoto e poi l'uragano. Il fatto di accoglierli, dargli una residenza, fargli recuperare le lezioni perdue e accompagnarli fino alla laurea per poi restituirli al loro Paese, e' per noi un orgoglio".
Tra pochi giorni saranno pubblicati i bandi per i nuovi docenti. "Ci piace immaginare che ce ne siano altri che sposano il nostro obiettivo umanitario".
Unicamillus "e' un progetto meraviglioso e oltraggiosamente diverse da altre realta'- ha detto Luca Weltert- Qui si studia in inglese, si fa ricerca, e non per una logica di potere, ma per una logica di servizio. L'Unicamillus ha questa vocazione al centro della sua missione. E' il nostro leit motiv". Della stessa idea la giovane ricercatrice Sofia Colaceci: "E' molto bella l'integrazione tra studenti di diversi Paesi, porta a una crescita professionale".
Per ogni ulteriore informazione e' possibile consultare il sito www.unicamillus.org.
(guarda l'intervista alla Dire)
(Mel/ Dire)