Roma, 18 dic. - L'assistenza pediatrica in Italia e' tra le migliori al mondo. Ma vive una stagione difficile dovuta principalmente alla progressiva riduzione del numero di specialisti che si occupano di bambini e al conseguente depauperamento di risorse umane nei reparti ospedalieri, nei pronto soccorso, nelle terapie intensive neonatali e sul territorio. A cio' si aggiungono l'aumento dei bambini con patologie croniche e complesse che necessitano di un'assistenza specialistica e multidisciplinare, il difficile passaggio di questi pazienti dal pediatra al medico dell'adulto e l'emergere di forti diseguaglianze territoriali nell'accesso alle cure.
Sono queste le principali criticita' contenute nel Libro Bianco realizzato dalla Federazione italiana delle associazioni e societa' scientifiche dell'area pediatrica (Fiarped), che per la prima volta fotografa lo stato dell'assistenza pediatrica in Italia: dalla neonatologia all'oncoematologia; dall'emergenza-urgenza alle malattie respiratorie e allergiche sino alla neuropsichiatria e alla chirurgia.
Il Libro Bianco, presentato al ministero della Salute, alla presenza del ministro della Salute Roberto Speranza, e' frutto del contributo di 34 societa' scientifiche e associazioni che operano nel mondo del bambino e della sua salute. Il risultato e' un documento estremamente ricco e dettagliato per ciascuna area specialistica, dal quale emergono alcuni problemi comuni a tutte le aree. Primo tra questi la carenza di specialisti in Pediatria e in altre discipline che operano in ambito pediatrico e il mancato ricambio generazionale sia in ospedale che sul territorio. Nei prossimi quattro anni, infatti, a fronte dei 5.289 pediatri che andranno in pensione saranno solo 2.900 i nuovi specialisti. In altre parole, mancheranno all'appello ben 2.389 pediatri (dati Aspoi-Cimo 2017).
"Il trend e' gia' in atto da alcuni anni e ha comportato inevitabili riorganizzazioni del personale in molte realta'", spiega il presidente Fiarped Renato Cutrera. "Inoltre si registra, soprattutto - ma non solo - nelle regioni del Centro-Nord, la tendenza dei pediatri ospedalieri e dei pediatri neo-specialisti a migrare verso le cure primarie con sofferenza dell'assistenza ospedaliera. La conseguenza e' che, in molti casi, il bambino oggi viene valutato in prima istanza dal medico dell'adulto, spesso non avvezzo alla specificita' pediatrica.
Allo stesso tempo, la scarsa disponibilita' del numero dei pediatri impedisce l'adeguamento delle prestazioni alla domanda dell'utenza, soprattutto in campo specialistico, con il conseguente riversarsi della gestione dei bambini su pediatri o medici specialisti di altre discipline o sui centri di terzo livello, gia' oberati da una mole di lavoro difficilmente smaltibile".
Alla riduzione dei pediatri fa da contraltare l'aumento del numero dei bambini con patologie croniche e complesse che necessitano di un'assistenza multispecialistica e integrata. Sono circa 1 milione nel nostro Paese i bambini con bisogni assistenziali speciali, di cui circa 10 mila sono definiti "medicalmente complessi", ossia necessitano di una tecnologia per vivere. "Questi bambini rischiano oggi di non ricevere una assistenza specialistica in linea con i loro fabbisogni e con gli standard sempre piu' avanzati della medicina personalizzata e di precisione, sia per la esiguita' delle risorse disponibili sia per le disuguaglianze sociosanitarie esistenti nel Paese", afferma Giovanni Corsello past president Fiarped.
Le criticita' nella gestione del paziente cronico sono legate anche alla transizione di questi bambini al medico dell'adulto. "Un passaggio che presenta non pochi problemi che si ripercuotono anche sull'aderenza ai protocolli terapeutici, gia' condizionata dai comportamenti a rischio tipici dell'adolescenza", aggiunge Giovanni Corsello.
Il quadro che emerge dal Libro Bianco e' composito. La Pediatria italiana risulta ancora oggi tra le migliori al mondo, come testimoniano i dati sulla mortalita' neonatale e infantile, tuttavia i cambiamenti demografici, economici e sociali impongono un ripensamento complessivo dell'assistenza pediatrica, quanto mai necessario per continuare a garantire l'assetto universalistico della Pediatria e gli standard qualitativi assistenziali odierni. In questo contesto il Libro Bianco vuole porsi come uno strumento utile per le istituzioni nazionali e locali per individuare percorsi e soluzioni che non facciano arretrare la tutela della salute e del benessere dei neonati, dei bambini e degli adolescenti.
(Comunicati)