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'No alla violenza contro le donne e contro gli operatori sanitari', continua l'impegno di Omceo Roma
(DIRE) Roma, 2 dic. - 'No alla violenza contro le donne e contro gli operatori sanitari'. È il titolo del convegno che il prossimo 11 gennaio si terra' all'Ordine dei medici di Roma per continuare a tenere alta l'attenzione su un fenomeno che presenta dati drammatici: 1.200 le denunce presentate nel 2019, con una media di tre aggressioni al giorno per il personale sanitario e le donne tristemente protagoniste nel 68% dei casi.
"Su questo tema facciamo una media di due convegni l'anno a cui partecipano moltissime persone, anche dei centri antiviolenza- spiega alla Dire Maria Scalise, psichiatra, psicanalista e consigliera dell'Ordine dei Medici di Roma- Il personale piu' esposto alle aggressioni e' quello dei Pronto Soccorso, delle ambulanze e le guardie mediche. Parliamo soprattutto di violenza fisiche, ma anche sessuali". Aggressioni che nascono quasi sempre dal senso d'urgenza e dal fatto che i "Pronto Soccorso sono spesso pieni e non si ha la pazienza di attendere".
Non alzare mai la voce, parlare con voce calma e ferma, non stare mai davanti o dietro la persona, ma posizionarsi di lato. Sono queste le principali precauzioni che operatori e operatrici sanitarie devono seguire per contenere la persona violenta. "Oggi un medico puo' contare sul fatto che negli ospedali ci sono sempre le guardie giurate e sulla denuncia che la Asl presenta a prescindere da cio' che decide l'operatore vittima dell'aggressione", continua Scalise. Ma non basta. "Le guardie mediche, ad esempio, dovrebbero essere strutturalmente collocate al centro del paese o vicino ad una stazione dei carabinieri o della Polizia", sostiene la consigliera dell'Omceo Roma, che sottolinea il ruolo cruciale dei medici nell'individuare i segnali spia della violenza domestica sulle donne.
"I primi segnali si vedono sul volto: la rottura dei denti, gli occhi neri, ematomi sulle guance- continua la dottoressa- Poi, una volta che si riescono a visitare le donne, si notano gli altri segnali". Il problema e' che "spesso vengono accompagnate da compagni e mariti, che vogliono entrare nella stessa stanza. Quindi le donne, impaurite, non parlano". Cosa fare in questi casi? "Chiediamo a questi uomini di uscire, ma spesso e' difficile convincerli a farlo". Per questo, e' importante "fare un ascolto rispettoso che fa sentire la donna rassicurata e puo' convincerla a tornare in un altro momento per chiedere aiuto".
La parola chiave, pero', resta prevenzione. "Bisogna partire dalla prevenzione in famiglia, nelle scuole e mai sottovalutare le denunce presentate dalle donne. I medici di famiglia possono intervenire, ma solo se inseriti in una rete che lavora per lo stesso obiettivo", ha concluso la psichiatra.
(Ara/ Dire)
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PRESIDENTE Antonio Magi |
VICE-PRESIDENTE Pier Luigi Bartoletti |
SEGRETARIO Claudio Colistra |
TESORIERE Luisa Gatta |
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CONSIGLIERI MEDICI |
Foad Aodi |
Musa Awad Hussein |
Roberto Bonfili |
Stefano Canitano |
Gianfranco Damiani |
Giuseppe Imperoli |
Luigi Tonino Marsella |
Cristina Patrizi |
Ivo Pulcini |
Rosa Maria Scalise |
Maria Grazia Tarsitano |
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COMMISSIONE ODONTOIATRI |
PRESIDENTE Brunello Pollifrone |
SEGRETARIO Sabrina Santaniello |
COMPONENTI Nicola Illuzzi |
Giuseppe Marzo |
Giovanni Migliano |
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COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI |
PRESIDENTE Alfredo Cuffari |
COMPONENTI Emanuele Bartoletti |
Maria Cristina Billi |
SUPPLENTE Antonio Manieri |
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