Roma, 26 apr. - "Da qualunque parte la si guardi, la ricorrenza del 25 aprile e' per noi italiani non solo una festa ma un forte tratto identitario: e' il giorno in cui si riafferma che la liberta' e' la fonte di tutti i diritti e la base del nostro ordinamento democratico". Cosi' il presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, in merito alla Festa della Liberazione.
"È da quel 25 aprile di 74 anni fa che e' nata la nostra Costituzione, che definisce fondamentali i diritti all'uguaglianza, alla salute, all'istruzione, alla giustizia, alla liberta' di pensiero e di parola- argomenta Anelli- È quel 25 aprile che ha reso possibile la ricostituzione dei nostri Ordini, gli Ordini delle professioni sanitarie, sciolti durante il regime fascista e poi nuovamente istituiti con il Decreto Legislativo del Capo Provvisorio dello Stato del 13 settembre 1946, n. 233, il cui regolamento di esecuzione veniva approvato con Decreto del Presidente della Repubblica n. 221 del 5 aprile 1950".
"E non per caso la Costituzione, dopo aver consegnato, all'articolo 1, la sovranita' nelle mani del Popolo, all'articolo 2 afferma con forza che 'La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalita', e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarieta' politica, economica e sociale'- continua Anelli- per poi ribadire, all'articolo 3, che 'Tutti i cittadini hanno pari dignita' sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali'. Cosi' come, secondo i principi del Codice di Deontologia Medica, tutte le persone sono uguali quando, di fronte a un medico, pretendono, solo attraverso la loro condizione di vulnerabilita', il diritto alla salute e alla cura".
"Senza liberta' non ci sono diritti, senza liberta' non ci sono garanzie- conclude Anelli- Senza liberta' non c'e' neppure la possibilita' di esercitare la Professione medica in scienza e coscienza, perche' non si risponde al cittadino, detentore della sovranita' ed esigente dei diritti, ma allo Stato. Noi non vogliamo essere i medici dello Stato, noi siamo i medici del cittadino. E se questo e' oggi possibile dobbiamo dire grazie ai nostri papa', ai nostri nonni, che hanno voluto fondare sulla liberta' il nostro Stato di diritto. Non tradire i loro principi, non dimenticare le nostre radici: e' questa l'unica strada percorribile per costruire un futuro migliore".
(Comunicati)