(DIRE) Roma, 17 apr. - "Un recentissimo studio dell'European Centre for disease Prevention and Control stima per l'Italia un'incidenza di infezioni correlate all'assistenza (ICA) del 6%, cioe' circa 530mila pazienti ricoverati che, ogni anno, contraggono un'infezione ospedaliera. Le ICA comportano un significativo aumento dei tempi di degenza (tra 8 e 12 giorni in piu' secondo recenti studi condotti in Svezia e Germania). Questo significa che, a causa delle ICA, ogni anno, nel nostro Paese, si effettuano 650mila ricoveri in meno". Lo ha fatto sapere Ferdinando Romano, professore di Igiene all'Universita' Sapienza di Roma, intervenendo oggi al convegno 'L'innovazione tecnologica italiana a difesa della salute', che si e' svolto alla Camera.
"Se pensiamo ai pazienti in pronto soccorso in attesa di ricovero o alle lunghe liste d'attesa- ha proseguito- possiamo capire quanto sia importante, anche per questo motivo, contrastare le infezioni ospedaliere. In questa prospettiva, le strategie di prevenzione delle ICA, che fondano sulla 'antimicrobial stewardhip' e su corretti comportamenti da parte degli operatori sanitari, non possono piu' prescindere dalla sempre maggiore evidenza scientifica sul ruolo dell'ambiente, in particolare superfici ed apparecchiature mediche, come serbatoio di patogeni nosocomiali e, quindi, dall'adozione di innovative soluzioni di sanificazione".
Le infezioni correlate all'assistenza hanno quindi un rilevante impatto sui servizi e in generale sui costi del Servizio sanitario nazionale. "In sintesi, possiamo citare alcune delle principali conseguenze- ha riepilogato il professore della Sapienza- ritardano la dimissione ospedaliera, determinando un aumento dei costi di ospedalizzazione; causano un aumento della mortalita'; determinano costi indiretti a carico del paziente per assenza dal lavoro e a carico dei familiari per spostamenti e visite durante la permanenza in ospedale; comportano un aumento dei costi di trattamento; comportano un aumento del numero delle indagini diagnostiche e di laboratorio e- ha concluso Romano- sono spesso causa di contenzioso".
(Cds/Dire)