(DIRE) Roma, 15 apr. - Sull'utilizzo della Triptorelina, il farmaco che permette di bloccare o ritardare lo sviluppo della puberta' nei preadolescenti con disforia di genere, in previsione della 'riassegnazione chirurgica' del sesso, la comunita' scientifica ha espresso parere favorevole. Ma dopo le polemiche scatenate dal via libera dell'Aifa (che ne ha autorizzato la prescrivibilita' e la rimborsabilita'), ora la politica vuole vederci chiaro sul cosiddetto 'farmaco gender', cosi' chiamato da alcune associazioni che sul tema stanno portando avanti una 'crociata', nonostante il timido consenso arrivato anche da una parte della stampa cattolica. La palla passa quindi ora al Parlamento, che sulla Triptorelina ha in programma un ciclo di audizioni (la prima c'e' stata mercoledi' scorso) che hanno lo scopo di acquisire le informazioni necessarie per esprimere un giudizio piu' ponderato.
La Triptorelina, farmaco che viene usato anche per curare il tumore alla prostata e al seno, e' una molecola in grado di agire sul sistema endocrino e sospendere l'arrivo della puberta', dando cosi' piu' tempo per indagare la propria identita' di genere. Ma come funziona esattamente dal punto di vista scientifico? Lo abbiamo chiesto a Francesco Lombardo, coordinatore del gruppo di studio sulla Disforia di genere della Sie (Societa' italiana di Endocrinologia), insieme alla collega Alessandra Fisher.
"La Triptorelina tecnicamente e' un farmaco che si definisce un agonista del GnRH (Gonadotropin-Releasing Hormone), un ormone prodotto dall'asse ipotalamo ipofisario- spiega Lombardo- che serve a far produrre FSH e LH, cioe' i due ormoni che poi fanno produrre a loro volta ormoni e ovociti nella donna e ormoni e spermatozoi negli uomini. La Triptorelina funziona come se fosse il GnRH e questo potrebbe sembrare strano: perche' usare un farmaco per stimolare ulteriormente questo asse? In realta' in endocrinologia c'e' una regola, per cui se si stimola oltre una certa soglia una ghiandola, poi quella stessa ghiandola smette di funzionare. Questo e' esattamente quello che fa la Triptorelina".
La Triptorelina, la cui terapia consiste in una iniezione al mese "per uno o due anni", e' utilizzata nei bambini e nelle bambine che sviluppano una puberta' precoce, e "non si tratta di un farmaco che induce il cambio dei caratteri- tiene a sottolineare Lombardo- ma di un 'bloccante' utilizzato nei casi in cui questi bambini o bambine hanno una disforia di genere molto forte, che magari li ha portati ad avere dei tentativi di suicidio. Questi bambini e bambine devono essere studiati attentamente, bisogna essere assolutamente certi di quello che si sta facendo e l'Aifa, per questo, ha previsto giustamente tutta una serie di paletti'.
Secondo l'esperto della Sie, quindi, la maggior parte degli articoli e dei titoli usciti finora sul tema sono "fuorvianti: "Anche perche'- prosegue- fanno pensare che da domani noi daremo la Triptorelina a tutti i bambini che dicono di voler diventare bambine o viceversa. Non e' assolutamente cosi', qui stiamo parlando forse di 15-20 bambini all'anno in Italia, quindi di casi molto rari, e la terapia va fatta seguendo una serie di regole giustamente molto strette". Ma esistono controindicazioni? "Stiamo usando un farmaco che potrebbe avere delle ripercussioni sull'osso soprattutto nel futuro, ma ribadisco il concetto: lo stiamo usando in una categoria strettissima di bambini e contro un problema che potrebbe essere ancora piu' grave".
Da che eta' la Triptorelina puo' essere somministrata? "In realta' non esiste un'eta' vera e propria, l'eta' e' variabile- risponde ancora Lombardo- O meglio, stiamo parlando del cosiddetto stadio 'Tanner 2', cioe' di quella fascia d'eta' intorno ai 10-11 anni, prima che si siano sviluppati i caratteri sessuali. È evidente che lo scopo della terapia con la Triptorelina e' non far vedere a queste persone in che direzione sta andando il loro corpo, che il loro seno o i loro testicoli stiano crescendo, perche' e' proprio questo che crea loro un grandissimo disagio ed e' questo che noi dobbiamo cercare di evitare".
I genitori spiegano a questi bambini o bambine a cosa andranno incontro? "Se non glielo spiegano i genitori, glielo spieghiamo noi. Noi trattiamo il bambino come se fosse un adulto- racconta l'esperto della Societa' italiana di Endocrinologia- poi e' evidente che dobbiamo avere tutti i consensi da parte dei genitori. In linea generale spieghiamo attentamente ai genitori, in presenza del bambino, cosa succedera' e che cosa puo' succedere. Spesso i genitori ci fanno delle domande usando dei termini anche scientifici, perche' giustamente gia' si sono documentati. Poi ci sono alcuni bambini molto maturi che ci fanno delle domande e che addirittura si sono gia' informati. Sono tutte persone che conoscono a menadito internet e l'uso dei social, anche perche' sono argomenti che li toccano da vicino".
La polemica sul farmaco Triptorelina, intanto, ha toccato anche il versante economico, perche' secondo alcuni la terapia sarebbe troppo costosa... "È vero che un ciclo di questo farmaco costa circa 2mila euro all'anno- conclude Lombardo- ma se lo paragoniamo alla spesa sanitaria generale stiamo parlando veramente di spiccioli".
(Cds/Dire)