(DIRE) Roma, 8 apr. - In materia di consenso informato e disposizioni anticipate di trattamento "i dottori di medicina generale sono protagonisti nei fatti. In realta' la legge 219 cita il medico di famiglia solo per avviare alla terapia del dolore e alle cure palliative. È invece estremamente importante il ruolo che puo' svolgere sul consenso informato, sulla pianificazione anticipata e condivisa delle cure e infine sulle disposizioni anticipate di trattamento (Dat)". A parlarne alla Dire e' stato Alfredo Cuffari, medico di Medicina generale e presidente del Collegio dei revisori dei Conti dell'Omceo Roma, in occasione della presentazione del documento e glossario 'Conoscere la Legge 219/2017'.
"Al momento della diagnosi di una malattia cronica evolutiva e non guaribile, sono fondamentali la corretta relazione di cura, il ciclo di fiducia nella gestione quotidiana delle attivita', gli interventi clinici e di prevenzione delle possibili complicanze di una singola malattia- ha continuato Cuffari- per dare al paziente la consapevolezza necessaria e per poter disporre anticipatamente il suo trattamento".
Un secondo punto da affrontare riguarda l'assenza di una banca dati nazionale. "Oggi il cittadino o il paziente che vuole esprimere le sue disposizioni anticipate deve andare in Comune, stilare un documento e ricevere una ricevuta. Tale documento- ha precisato il medico- resta presso i Comuni, ma se mi trovo in Pronto soccorso o in una situazione clinica lontana dalla mia residenza, chi mi soccorre se non sono in condizione di esprimermi? Non si puo' andare a cercare al Comune se ho espresso delle indicazioni sul mio trattamento. Queste probabilmente dovrebbero essere inserite nel fascicolo sanitario elettronico o nel famoso microchip della tessera sanitaria che abbiamo in tasca. Li' il ruolo della medicina generale potrebbe essere importante- ha concluso Cuffari- per recepire la volonta' del cittadino o del paziente".
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(Rac/ Dire)