Roma, 4 apr. - "La nostra principale preoccupazione era legata ai modelli formativi alternativi da incardinare alle singole Regioni. Sembra tuttavia che la direzione si confermi verso un canale formativo unico, ed e' una cosa che ci rasserena. Nelle parole della Ministra leggiamo quanto spesso dichiarato nelle nostre posizioni sui social e a mezzo stampa "Omogeneita' della formazione, supervisione Universitaria e ampliamento delle reti Formative" sono i nostri slogan da molti anni. Individuiamo le strutture Regionali con maggiori potenzialita' formative che si gioverebbero della presenza di giovani professionisti e inseriamole nelle Reti Formative, vigilando che gli specializzandi ruotino davvero. E le Universita' si responsabilizzino nel non trattenere i propri medici in formazione specialistica relegati in strutture poco competitive o insufficienti. Va difeso il valore e il ruolo dell'Osservatorio Nazionale, perche' in questi due anni abbiamo assistito a un'inversione di tendenza impressionante: un sistema arroccato su se stesso da 40 anni e' stato finalmente messo in discussione e si sta adoperando dall'interno per migliorarsi, al netto delle fisiologiche resistenze che si creano in qualsiasi momento di cambiamento". Lo dichiarano i Giovani Medici (SIGM) in una nota.
"Ma attenzione - rileva il Sigm - : gli specializzandi non devono essere visti come un'opportunita' da sfruttare per tappare le falle dei sistemi sanitari regionali: ci aspettiamo che il Ministero della Salute e il Ministero dell'Istruzione vigilino attentamente e proteggano il medico in formazione specialistica da mansioni non proprie.Sia il sistema Universitario che il sistema Ospedaliero devono tendere verso l'unico fine, che e' la formazione di una classe dirigente medica adeguatamente preparata e pronta ad affrontare le sfide del futuro. Il Governo e le Regioni, invece, devono avere la capacita' di trattenere le giovani professionalita', in un meccanismo virtuoso che sulle due colonne, Programmazione e Progettazione, fondino il Sistema Sanitario Nazionale del futuro".
"Tuttavia rilanciamo con ulteriori proposte - continuano i Giovani Medici - Superiamo il doppio (o triplo) inquadramento previdenziale degli specializzandi, aumentiamo la tutela professionale e adeguiamo il contratto al costo della vita, visto che e' fermo dal 2007. Garantiamo il riassorbimento dell'imbuto formativo mettendo una pezza agli errori di programmazione degli anni scorsi. E in ultimo, ma non da ultimo, e' arrivato il momento di ripensare anche tutta la formazione specifica in Medicina Generale: se per le specializzazioni stiamo parlando di una evoluzione contrattuale, nella medicina generale siamo di fronte ad un vero e proprio deserto normativo e curriculare, non piu' tollerabile. E' una sfida difficile e risolvibile probabilmente con provvedimenti nel medio termino, ma se c'e' la volonta' ci rendiamo disponibili ad apportare il nostro contributo in sede politica e istituzionale".
"Per realizzare quanto indicato - sottolinea Federspecializzandi che sul sito fa anche un'analisi dettagliata delle proposte in campo - , pero', e' imprescindibile che vengano costruiti dei core curricula nazionali per ogni Scuola di Specializzazione, che definiscano l'insieme delle specifiche competenze che ogni specialista deve acquisire per la sua formazione.
Attenzione: non un mero elenco di cose da fare o generiche job descriptions, ma veri e propri manuali strutturati ed elaborati di concerto con tutti gli attori coinvolti in cui per ogni singola competenza vengano indicati gli obiettivi formativi, i processi di assessment e di valutazione, e le metodologie didattiche". Se cio' non avverra', il risultato sara' solo quello di mettere gli specializzandi a erogare prestazioni assistenziali per coprire ambulatori e corsie in base alla necessita'".
"In sintesi - evidenzia la Federazione - : ogni riforma deve avere come stella polare il miglioramento della formazione, e non la copertura di servizi assistenziali. Se una rete formativa non e' in grado di erogare assistenza ai cittadini senza il supporto degli specializzandi e' un grave problema".
"E purtroppo - evidenzia Federspecializzandi - sappiamo che e' cosi' in tante realta': gia' ad oggi infatti il medico in formazione lavora erogando assistenza ben al di la' delle proprie competenze e a volte dei limiti di lavoro imposti dalla legge.
Questo non e' tollerabile ne' giustificabile. Lo specializzando deve potersi formare senza che su di lui ricadano anni di politiche scriteriate di programmazione del personale".
"Le proposte che mirano a far evolvere l'attuale sistema sono auspicabili conclude la nota - , a patto che non diventino un pretesto per non assumere piu' specialisti con contratti adeguati e per usare medici non ancora formati per coprire carenze di organico a costi ridotti. Infine un ultimo passaggio fondamentale: qualsiasi riforma dovra' essere vincolata in ogni caso ad un investimento straordinario sui contratti di formazione specialistica per risolvere una volta per tutte il problema dell'imbuto formativo. Altrimenti si trattera' dell'ennesimo palliativo che rischia di scaricare, come si e' sempre fatto, la responsabilita' di risolvere il problema sui prossimi governi".
(Comunicati)