Roma, 4 apr. - "In Italia ci sono ospedali che non riescono a trovare medici per coprire alcuni settori, soprattutto pronto soccorso e chirurgie. Sono anni che le organizzazioni sindacali e le rappresentanze istituzionali della professione lanciano l'allarme". Lo ha dichiarato Pina Onotri, segretario Generale dello Smi (Sindacato Medici Italiani).
"È paradossale che, mentre ci sono centinaia di medici laureati, sottooccupati o inoccupati perche' rimasti intrappolati nell'imbuto formativo, c'e' di parla di importare medici dall'estero o, peggio, di richiamare, dopo aver approvato quota 100, i medici dalla pensione- continua Onotri- a causa della carenza di specialisti, si puo' riassumere in un'errata programmazione (ci sono alcune specialistiche con troppi posti, alcune con troppo pochi), in un'emigrazione forzata di migliaia di giovani medici verso Regno Unito, Germania, Francia, Svizzera, fenomeno iniziato da piu' di dieci anni; in un massiccio esodo di medici dal settore pubblico al settore privato. I medici scappano dal pubblico perche' in Italia vengono pagati troppo poco: lo stipendio e' fermo da 10 anni, e i 10 mila medici ospedalieri, a causa della carenza di personale, sono costretti ogni anno a fare 15 milioni di ore di straordinario non retribuiti. Ieri l'ennesima fumata nera al tavolo di contrattazione della dirigenza medica, per il recupero della Ria, perche' mancava il MEF. La scelta miope, inoltre, di questi ultimi anni, e' stata di appaltare al privato, la diagnostica e le visite ambulatoriali (prestazioni a bassa difficolta' ed elevato guadagno) e riservare al settore pubblico le attivita' piu' costose e rischiose come l'emergenza e l'alta intensita'. A questa condizione si e' arrivati perche' la classe politica del nostro paese disinveste da 20 anni nella sanita' pubblica. Si ha la sensazione che lavorare nel pubblico significa non avere un futuro professionale", aggiunge Onotri.
"Il governo- conclude Onotri nella nota- deve adottare misure affinche' i medici rientrino in Italia e nel sistema pubblico, premiando il merito. Si deve rendere piu' efficiente la programmazione, aumentando i posti e la qualita' formativa per le specializzazioni carenti e garantendo l'accesso ai giovani laureati. Le soluzioni che vengono proposte oggi, di sostituire medici con altri non ancora specialisti, o gia' in pensione o provenienti da altri paesi, non faranno che abbassare la qualita' dell'assistenza. Tuteliamo, invece, i giovani professionisti, valorizzando meriti e competenze, cercando di stabilizzare i medici precari che, da anni, garantiscono i servizi essenziali".
(Comunicati)