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Ebola, Spallanzani Roma: "In R.D. Congo sfida salute pubblica mondiale"
Roma, 1 ago. - Oggi l'epidemia di Ebola nella Repubblica Democratica del Congo compie un anno ed entra nel suo secondo anno di vita ancora incontrollata. La settimana scorsa l'Organizzazione Mondiale della Sanita' (Oms) ha dichiarato lo stato di emergenza internazionale (Pheic, Public-Health Emergency of International Concern) in merito all'epidemia di Ebola nella Repubblica Democratica del Congo. In un anno questa epidemia ha gia' colpito 2.700 persone, con 1.800 decessi. La decisione dell'Oms e' giunta pero' soltanto adesso, dopo che e' stato registrato il primo caso a Goma, citta' di oltre un milione di abitanti con un aeroporto internazionale al confine con il Ruanda. Il paziente era un pastore che era arrivato da Butembo passando attraverso 3 posti di controllo sanitario senza che venisse fermato. La dichiarazione di Pheic facilita la condivisione di informazioni per la valutazione del rischio, permette al comitato di emergenza dell'Oms di dare agli stati membri raccomandazioni temporanee e, soprattutto, facilita a livello internazionale le attivita' diplomatiche, di salute pubblica, di sicurezza e di logistica, oltre a permettere l'utilizzo di maggiori risorse finanziarie. Un secondo caso e' stato identificato a Goma il 30 luglio in un cercatore d'oro che aveva percorso 70 chilometri nel Paese, ma non e' collegato in nessun modo con il primo. Si tratta della quinta volta nella sua storia che l'Oms preme il tasto rosso dell'allarme globale: era gia' successo nel 2009 con l'influenza aviaria, nel 2014 con la polio, nel 2013-2016 con l'epidemia di Ebola in Africa Occidentale, nel 2016 con l'epidemia di Zika. Ognuna di queste emergenze ha mostrato varie criticita' nei protocolli internazionali di risposta, evidenziando la necessita' di migliorare le infrastrutture, la ricerca scientifica, e le procedure di diagnosi nelle aree piu' a rischio.
L'attuale epidemia di Ebola nella Repubblica Democratica del Congo, la nazione dove il virus fu isolato per la prima volta nel 1976, ha gia' raggiunto per numero di persone infettate e di decessi il secondo posto tra le epidemie di Ebola, dietro quella che in Africa occidentale tra il 2014 e il 2016 colpi' 28.000 persone, uccidendone oltre 11.000. Questa epidemia di Ebola si sta rivelando pero' di difficile gestione, nonostante i controlli clinici effettuati su piu' di 70 milioni di persone e le oltre 160.000 dosi di vaccino somministrate alle fasce di popolazione piu' a rischio ed agli operatori sanitari. A complicare la situazione il fatto che le province maggiormente colpite, North Kivu e Ituri, da anni sono interessate da conflitti armati: piu' di 70 sono stati sino ad oggi gli attacchi a ospedali, ambulatori ed operatori sanitari. È quindi probabile che il numero effettivo degli infettati e dei decessi sia superiore a quello ufficiale, proprio perche' in molte aree del focolaio epidemico l'attivita' degli operatori sanitari e' difficile e pericolosa. Christian Bre'chot, presidente del Global Virus Network (Gvn), la coalizione che raggruppa i centri di eccellenza di 29 nazioni nello studio delle infezioni virali, ha dichiarato: "Il Global Virus Network e tutti gli scienziati che collaborano con esso appoggiano la decisione dell'Oms di dichiarare lo stato di emergenza in merito all'epidemia di Ebola in Congo". Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'Inmi "Lazzaro Spallanzani" di Roma e coordinatore per l'Italia del Gvn, ha dichiarato: "L'epidemia di Ebola del 2014-2015 ci ha fatto fare grandi passi in avanti nella conoscenza di questo virus. In base alle passate esperienze, e' necessario che le attivita' di risposta e contrasto all'epidemia siano guidate dai risultati della ricerca scientifica, e soprattutto occorre un maggiore coinvolgimento delle istituzioni sanitarie nazionali ed internazionali, in modo da alleviare il peso che si trovano oggi a sopportare le organizzazioni non governative, lasciate troppo spesso da sole. È inoltre fondamentale investire nella formazione di una nuova generazione di specialisti in virologia ed epidemiologia clinica".
Quali i potenziali rischi per il nostro paese? Ippolito sottolinea che "L'epidemia di Ebola del 2014-2016 ha visto in prima fila l'Inmi, con la partecipazione dei nostri virologi e medici alle missioni internazionali nei paesi colpiti dall'epidemia come la Sierra Leone o la Guinea, e con la gestione dei due pazienti italiani che contrassero la malattia nelle aree di contagio e che furono curate con successo nel nostro ospedale a Roma. L'esperienza maturata dagli operatori dell'Inmi nelle aree nelle quali si sono verificate negli ultimi anni le epidemie di Ebola e di altre malattie come Dengue, Chikungunya, Malaria, dimostra chiaramente come l'investimento in cooperazione internazionale in campo sanitario produca benefici concreti anche per i cittadini e i contribuenti italiani. Cio' che abbiamo appreso in quella occasione costituisce infatti un prezioso patrimonio a disposizione della collettivita' oggi che Ebola torna ad affacciarsi sulla scena, per cui possiamo senz'altro dire che siamo pronti per affrontare questa emergenza nel caso in cui si dovessero verificare dei casi anche nel nostro paese".
(Comunicati)
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PRESIDENTE Antonio Magi |
VICE-PRESIDENTE Pier Luigi Bartoletti |
SEGRETARIO Claudio Colistra |
TESORIERE Luisa Gatta |
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CONSIGLIERI MEDICI |
Foad Aodi |
Musa Awad Hussein |
Roberto Bonfili |
Stefano Canitano |
Gianfranco Damiani |
Giuseppe Imperoli |
Luigi Tonino Marsella |
Cristina Patrizi |
Ivo Pulcini |
Rosa Maria Scalise |
Maria Grazia Tarsitano |
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COMMISSIONE ODONTOIATRI |
PRESIDENTE Brunello Pollifrone |
SEGRETARIO Sabrina Santaniello |
COMPONENTI Nicola Illuzzi |
Giuseppe Marzo |
Giovanni Migliano |
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COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI |
PRESIDENTE Alfredo Cuffari |
COMPONENTI Emanuele Bartoletti |
Maria Cristina Billi |
SUPPLENTE Antonio Manieri |
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