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Paralisi cerebrale infantile, colpiti 2 neonati ogni 4 mila
(DIRE) Roma, 6 set. - Si chiama paralisi cerebrale infantile, si tratta di una delle insidie imprevedibili del parto, che toglie ai bambini la promessa di una vita spensierata e colpisce i genitori sul piano emotivo, ma anche economico per via del peso delle cure, necessarie per tutta la vita. La nascita, infatti, "lieto evento" per eccellenza, non e' esente da rischi la cui origine, come nel caso di questa patologia, e' ancora in gran parte sconosciuta alla comunita' scientifica e, pertanto, non attribuibile alla responsabilita' dei professionisti che assistono il parto. Su questi temi si sono confrontati presso il Mangiagalli Center di Milano specialisti in Ostetricia, Ginecologia e Neonatologia, ed esperti in Risk Management, con l'obiettivo di richiamare l'attenzione delle istituzioni sanitarie su un problema sociale cosi' rilevante, per il quale sono auspicabili una serie di misure atte ad accrescere la conoscenza medica sulla patologia ed elevare gli standard di cura, garantire un'assistenza e un risarcimento adeguati ai bambini che hanno sviluppato disabilita' alla nascita, e al tempo stesso ridurre la conflittualita' e i costi sostenuti dal Servizio sanitario nazionale (SSN) per risarcire le famiglie colpite.
In Italia, circa 1 neonato ogni 4000 nati vivi a termine di gravidanza e' colpito da paralisi cerebrale infantile, una delle piu' frequenti malattie neurologiche dell'infanzia, che determina una perdita parziale o totale delle capacita' motorie e disturbi delle capacita' intellettive. La patologia rappresenta la causa dei risarcimenti piu' alti in assoluto pagati dal nostro SSN, in media 1 milione di euro per caso, e il numero dei casi legali e' in aumento, a dispetto del tasso di natalita' piu' basso al mondo che vede protagonista l'Italia insieme al Giappone.
"Il nostro impegno quotidiano, che si fonda sul rapporto di fiducia tra medico e paziente, e' quello di fornire alle mamme e ai neonati la migliore assistenza possibile, durante e dopo il parto", ha dichiarato il prof. Enrico Ferrazzi, Coordinatore dell'area di Medicina Materno-Infantile della SIGO (Societa' Italiana di Ginecologia e Ostetricia). "L'impatto psicologico, sociale ed economico della paralisi cerebrale sulle famiglie, la collettivita' e i professionisti sanitari - prosegue - ci deve far riflettere sulla necessita' di porre in essere una serie di interventi mirati di cui possano beneficiare tutti i soggetti coinvolti: i genitori, spesso costretti per anni a vivere una condizione di vita difficile senza mezzi sufficienti; il SSN che deve farsi carico di risarcimenti cospicui; medici e ostetrici che talvolta, dopo un evento di questo tipo, non riescono piu' a svolgere con serenita' il loro lavoro e sono sottoposti a procedimenti giudiziari che durano per gran parte della loro vita professionale".
In tal senso, un esempio virtuoso e' rappresentato dal Giappone che ha istituito un fondo dedicato (di provenienza statale e privatistica assicurativa) per risarcire equamente i familiari, indipendentemente dalla dimostrazione della colpa medica, e ha investito risorse per aumentare gli studi e le conoscenze sulla patologia, anche mediante la creazione di una Banca dati nazionale sulla paralisi cerebrale. Queste misure hanno permesso di elevare gli standard di cura, ma anche di diminuire di ben due terzi il numero di cause intentate ogni anno, riducendo le sofferenze generate dalla nascita di un bambino affetto da paralisi cerebrale infantile, sia a carico delle singole famiglie, sia a carico della societa' nel suo insieme.
"Il timore di soffrire delle conseguenze giudiziarie di eventi imprevisti durante il parto, tra cui la paralisi cerebrale, rappresenta oggi una delle ragioni dello scarso incentivo a scegliere la specialita' ostetrica e dell'eccessivo ricorso a gesti di medicina difensiva, per esempio il taglio cesareo, senza per questo aumentare l'efficacia e la qualita' delle cure alla nascita", ha aggiunto il dr. Antonio Ragusa, Presidente della Fondazione Confalonieri Ragonese dell'AOGOI (Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani). Al contrario, il miglioramento dell'assistenza durante e dopo il parto passa dalla produzione e diffusione di una maggiore conoscenza sull'argomento, dall'adozione di misure di contenimento e di controllo del rischio tra cui un costante aggiornamento delle buone pratiche assistenziali e la formazione continua dei professionisti. L'esperienza giapponese, in virtu' dei buoni risultati raggiunti, anche in termini di sistema di compensazione per le vittime di disabilita', potrebbe rappresentare un buon punto di partenza per intervenire sulla legislazione italiana", conclude l'esperto.
(Wel/Dire)
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PRESIDENTE Antonio Magi |
VICE-PRESIDENTE Pier Luigi Bartoletti |
SEGRETARIO Claudio Colistra |
TESORIERE Luisa Gatta |
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CONSIGLIERI MEDICI |
Foad Aodi |
Musa Awad Hussein |
Roberto Bonfili |
Stefano Canitano |
Gianfranco Damiani |
Giuseppe Imperoli |
Luigi Tonino Marsella |
Cristina Patrizi |
Ivo Pulcini |
Rosa Maria Scalise |
Maria Grazia Tarsitano |
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COMMISSIONE ODONTOIATRI |
PRESIDENTE Brunello Pollifrone |
SEGRETARIO Sabrina Santaniello |
COMPONENTI Nicola Illuzzi |
Giuseppe Marzo |
Giovanni Migliano |
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COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI |
PRESIDENTE Alfredo Cuffari |
COMPONENTI Emanuele Bartoletti |
Maria Cristina Billi |
SUPPLENTE Antonio Manieri |
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