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Indagine Eurispes-Enpam: "Alcol, 435mila morti in 10 anni"
(DIRE) Roma, 17 ott. - 435mila morti in dieci anni per patologie alcol-correlate, incidenti, omicidi e suicidi. L'alcol e' la sostanza psicotropa che miete piu' vittime in termini di dipendenza, rispetto a fumo, droghe sintetiche e cocaina. Sono alcuni dei dati che emergono da un articolato e complesso Rapporto di ricerca: "Indagine sull'Alcolismo in Italia. Tre percorsi di ricerca". Nata nell'ambito delle attivita' previste dall'Osservatorio permanente Eurispes/Enpam su "Salute, Previdenza e Legalita'", l'indagine ha coinvolto giovani studenti, adolescenti, cittadini e medici.
Si beve ovunque, a qualunque ora, sempre piu' lontano dai pasti e soprattutto tra le fasce piu' giovani della popolazione. Oltre sei italiani su dieci mettono l'alcol in relazione alla convivialita', al relax, al piacere e alla spensieratezza (63,4%); solo un quarto, al contrario, lo associa a concetti negativi, come la fuga dai problemi, la perdita di controllo e il pericolo (25,6%). E il "debutto" alcolico arriva in eta' sempre piu' precoce: piu' della meta' dei ragazzi tra gli 11 e i 19 anni ha bevuto il primo bicchiere tra gli 11 e i 14 anni (52,8%).
Il fenomeno e' stato osservato attraverso tre diverse indagini campionarie, ciascuna delle quali disegna un quadro completo di come sono cambiate e stanno cambiando le abitudini "del bere" nel nostro Paese, di quanto sia diffuso e radicato il fenomeno tra i giovani, di come si e' modi ficata l'immagine del consumatore, anche e soprattutto come conseguenza dei messaggi trasmessi dai media.
L'alcol rappresenta il primo fattore di rischio per la salute in Europa, insieme al fumo e all'ipertensione. Attraverso l'analisi e l'incrocio di diverse fonti statistiche, Eurispes/Enpam hanno calcolato che dal 2008 al 2017 ci sono state 435mila morti causate dall'alcol, per patologie alcol-correlate, incidenti stradali, incidenti sul lavoro, incidenti domestici, omicidi o suicidi legati allo stato di alterazione psicofisica.
Un dato che non sorprende anche considerando la precocita' con la quale avviene l'approccio al consumo di alcol. La maggioranza netta dei ragazzi tra gli 11 e i 19 anni infatti beve alcolici: oltre la meta' lo fa "qualche volta" (51,6%), l'8,2% "spesso". In particolare, tra i 15-19enni la percentuale di chi beve "qualche volta" sale al 65% e solo due su dieci sono astemi.
Un terzo degli intervistati ha giocato con gli amici a chi beve di piu' (33,1%) e una identica percentuale rivela di aver visto un amico o un conoscente riprendersi o farsi riprendere in video mentre beveva.
La birra e' in cima ai desideri dei giovanissimi, seguono il vino, poi shottini e superalcolici. Il consumo e' sempre piu' extracasalingo, indipendente dal pasto e legato a momenti di divertimento e allo "sballo": il 28,6% beve al pub, il 21,4% in discoteca, solo due su dieci bevono a tavola.
Insomma, il drink alcolico e' considerato una sorta di "rito di passaggio sociale" che caratterizza la fine dell'infanzia. E il tradizionale divario tra i due sessi risulta oggi assai piu' contenuto rispetto al passato.
L'indagine fa emergere poi un aspetto sconcertante: oltre la meta' dei minori ha acquistato alcolici (54,4%) nonostante la legge italiana lo vieti e obblighi il venditore a chiedere un documento d'identita'. Di questi, oltre un quinto dichiara che non gli e' stato mai chiesto il documento al momento dell'acquisto (21,7%).
Sebbene il tema dell'alcolismo venga percepito dai cittadini italiani maggiorenni come problema sociale in modo meno netto rispetto a trent'anni fa (oggi lo ritiene un problema rilevante il 35,4% rispetto al 66% del 1984, anno della prima indagine Eurispes), emergono pero' frequenti eccessi nel consumo. Alla meta' degli intervistati capita, infatti, di eccedere con l'alcol, anche se "qualche volta" (47,7%), ovvero il 14% in piu' rispetto al 2010 (22°Rapporto Italia, Eurispes). E lo fa per diverse ragioni: il 28% per "piacere" (nel 2010 la quota era del 49,4%), un quarto per "stare meglio con gli altri" (il 12,1% in piu' rispetto al 2010), il 23,7% per "rilassarsi" (l'8,8% in piu' rispetto al 2010), il 9,2% per "affrontare una situazione complicata" (contro il 2,6%), il 2,2% per "reagire a un insuccesso" (contro l'1,2%).
Questo risultato appare particolarmente interessante se confrontato con il parere dei medici, secondo i quali il consumo eccessivo di alcol non appartiene a nessuna particolare tipologia di paziente ma "attraversa" l'intera societa'. Quattro medici su dieci ritengono infatti che gli alcolisti non possono essere categorizzati (39,4%), mentre per tre su dieci si tratta di persone depresse o in dif ficolta' (31,8%), secondo il 23,5% sono invece soggetti socialmente inseriti e solo il 5,3% li identifica come persone sbandate. In generale, emerge una scarsissima correlazione tra emarginazione sociale e alcolismo e, anzi, per oltre sette medici su dieci, le motivazioni di chi ha dipendenza da alcol non sono legate a problemi o disagi, ma piuttosto ad una ricerca di divertimento e di "sballo". Un approccio culturale a cui contribuirebbero in modo determinante i media con i messaggi che veicolano.
Il mondo medico sottolinea il primato dell'alcol per diffusione rispetto alle altre sostanze psicotrope e il suo impatto deleterio rispetto alla salute. Nove medici su dieci indicano l'alcol come la sostanza che miete piu' vittime in termini di dipendenza, rispetto a fumo, droghe sintetiche e cocaina.
Il rapporto tra alcol e guida si conferma uno dei nodi cruciali del problema. In Italia, l'uso di sostanze alcoliche e' tra le prime cause di morte tra i giovanissimi, spesso in seguito a incidenti stradali. Il 40% degli intervistati maggiorenni ammette di essersi messo alla guida dopo aver bevuto in modo eccessivo, a cui si aggiunge un decimo dei giovanissimi. Inoltre, il 30% dei ragazzini tra gli 11 e i 14 anni dichiara di aver viaggiato su un mezzo guidato da qualcuno che avesse bevuto alcolici. Interrogati sul tasso alcolemico consentito dalla legge per guidare, i due terzi degli italiani non sono stati in grado di rispondere correttamente, cosi' come i tre quarti dei giovanissimi.
Piu' di otto italiani su dieci ritengono che lo Stato abbia fatto poco per contrastare il fenomeno dell'alcolismo (84,1%); tuttavia, una maggioranza non schiacciante (60%) si dice favorevole ad una regolamentazione del consumo, a fronte di numerose voci contrarie.
(Wel/ Dire)
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PRESIDENTE Antonio Magi |
VICE-PRESIDENTE Pier Luigi Bartoletti |
SEGRETARIO Claudio Colistra |
TESORIERE Luisa Gatta |
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CONSIGLIERI MEDICI |
Foad Aodi |
Musa Awad Hussein |
Roberto Bonfili |
Stefano Canitano |
Gianfranco Damiani |
Giuseppe Imperoli |
Luigi Tonino Marsella |
Cristina Patrizi |
Ivo Pulcini |
Rosa Maria Scalise |
Maria Grazia Tarsitano |
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COMMISSIONE ODONTOIATRI |
PRESIDENTE Brunello Pollifrone |
SEGRETARIO Sabrina Santaniello |
COMPONENTI Nicola Illuzzi |
Giuseppe Marzo |
Giovanni Migliano |
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COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI |
PRESIDENTE Alfredo Cuffari |
COMPONENTI Emanuele Bartoletti |
Maria Cristina Billi |
SUPPLENTE Antonio Manieri |
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