Roma, 21 nov. - Il Sindacato Italiano Medici dello Sport (SIMeS), libero sindacato di medici sportivi e professionisti di medicina nell'ambito dell'attivita' motoria, aderisce a CIMO per aumentare l'impatto della rappresentanza politica nelle sedi istituzionali nazionali e regionali, con l'obiettivo di accrescere la tutela professionale e legale degli iscritti e di attivare nuove iniziative per la categoria.
Con questo accordo, CIMO accoglie SIMeS nella sua compagine rappresentativa permettendo agli iscritti un nuovo livello di interlocuzione istituzionale a tutela dei diritti di Categoria dei medici dello sport e consentendo l'accesso a un ampio portafoglio di servizi come la tutela e la consulenza legale, il servizio di documentazione normativa, la consulenza pensionistico-previdenziale e una ricca selezione di convenzioni assicurative e commerciali.
Contrasto all'abusivismo della certificazione di idoneita' sportiva, lotta ai prezzi "da caporalato" per l'acquisizione di pazienti e atleti in cura, difesa di tariffari adeguati con le unita' sanitarie locali e tutela dei livelli di cura sono tra le priorita' dell'agenda sindacale di CIMO-SIMeS.
"Il nostro obiettivo e' la difesa della dignita' e degli ambiti lavorativi di una professione che richiede competenze cliniche necessariamente ampie e un aggiornamento molto speciale- spiega Lorenzo Spigolon, segretario nazionale SIMeS- Abbiamo deciso di unirci a CIMO perche' condividiamo il suo approccio attento al cambiamento e ai servizi agli iscritti, ma poco incline a compromessi negoziali che svaluterebbero le attivita' dei professionisti. Questa scelta e' importante per confrontarsi e far rispettare attivita', contratti e accordi tra le parti, sia pubbliche che private, anche alla luce del riordino legislativo in materia", conclude Spigolon.
"Siamo davvero orgogliosi dell'accordo con SIMeS perche' consideriamo questa intesa come un ulteriore passo in avanti per sostenere la professione medica in tutti gli ambiti e mettendo la nostra struttura al servizio della categoria- commenta Guido Quici, Presidente Nazionale CIMO- Anche nel caso dei medici sportivi e degli specialisti della medicina dello sport, non e' accettabile l'attuale quadro di concorrenza con prestazioni spesso pagate al ribasso. Anche in questo caso, ritengo che il futuro della rappresentanza non debba essere piu' basato sulla distinzione tra pubblico e privato quanto sulla volonta' di tutelare il livello delle cure ai pazienti attraverso un'attivita' professionale qualificata e non piu' esposta all'anarchia di un mercato non adeguatamente regolamentato.
Hanno recentemente aderito a CIMO, con analogo accordo, anche le rappresentanze nell'ambito dell'ospedalita' religiosa e no profit di ADONP e SAMUC.
(Wel/ Dire)