Roma, 20 nov. - "Le strategie, messe in atto a partire dalla fine degli Anni 90, basate principalmente sulla comunicazione, sull'offerta attiva e sul potenziamento dei servizi vaccinali in mancanza di un obbligo non hanno dato i risultati sperati". Lo dice Antonio Magi, segretario generale del Sumai Assoprof, nella sue considerazioni finali durante l'audizione informale, al Senato, nell'ambito dell'esame del Disegno di legge 770 sulle Disposizioni in materia di prevenzione vaccinale.
"Prima dell'obbligo imposto dalla legge 119/17- spiega- che comunque non e' coercitivo, nessuna Regione aveva raggiunto gli obiettivi del PNPV. È un dato di fatto invece che le coperture, dopo l'obbligo, sono aumentate e che l'obbligo sta dunque funzionando come strumento per raggiungere gli obiettivi prefissati di salute pubblica, aumentando la consapevolezza dei cittadini e dei professionisti sanitari sull'importanza delle vaccinazioni. Condividiamo l'opinione di quanti ritengono che un cambiamento di strategia da parte del legislatore in materia rischierebbe di svilire il valore della vaccinazione stessa e l'importanza di alte coperture, facendo passare il messaggio che coperture piu' basse, ma basate su una vaccinazione volontaria, rappresentino una opzione migliore rispetto a coperture ottimali elevate ma frutto di un obbligo. Il disegno di legge 770 rimodula in maniera organica le disposizioni in materia vaccinale, abrogando, all'articolo 7, il decreto legge del 7 giugno 2017, numero 73, convertito con modificazioni, dalla legge 31 luglio 2017, numero 119 (decreto Lorenzin)".
"Come e' noto- riprende Magi- il decreto legge 7 giugno 2017, numero 73 (convertito, con modificazioni, dalla legge numero 119 del 2017) prevede 10 vaccinazioni obbligatorie: poliomielite; difterite; tetano; epatite B; pertosse; haemophilus influenzae di tipo B; morbillo; rosolia; parotite; varicella. Abrogare tale provvedimento legislativo per sostituirlo con un dispositivo di legge che si basa in larga misura su uno strumento di programmazione in fieri, il PNPV, prevedendo una frammentazione di interventi a livello regionale o locale, e' estremamente rischioso. Sarebbe meglio mantenere l'attuale legge in vigore e nel frattempo completare l'anagrafe vaccinale e nazionale ed elaborare il nuovo PVPN che potrebbe entrare in vigore alla scadenza naturale del precedente (fine del 2019).
"Suggeriamo inoltre- dice il segretario del Sumai- sull'esperienza di questi anni di politiche regionali, un coordinamento strategico forte ed omogeneo a livello nazionale, evitando interventi regionalizzati, sia pure in emergenza. Infine ci permettiamo di suggerire al legislatore di non escludere dalle campagne di promozione vaccinale il medico con il suo ruolo il suo bagaglio di conoscenza. La figura del professionista e' infatti l'unica in grado di veicolare un'informazione corretta e di ri-consolidare la fiducia del cittadino nel Servizio sanitario nazionale in materia di prevenzione vaccinale".
(Wel/ Dire)