Roma, 16 nov. - Simpef, Sindacato Medici Pediatri di Famiglia, accoglie positivamente l'abolizione dell'obbligo di certificato medico per la riammissione degli studenti a scuola in Lazio, che si aggiunge ad altre sette regioni - Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Piemonte, Emilia Romagna, Trentino-Alto Adige e Umbria. Lo comunica in una nota stampa o'lo Simpef, sindacato dei medici pediatri di famiglia.
"Ad esempio, sono gia' 15 anni che la Lombardia ha abolito questa prassi grazie alla visione illuminata degli amministratori della sanita' regionale che non sono stati sordi alle sollecitazioni da parte di chi pratica l'attivita' medica secondo criteri di Medicina Basate sulle Evidenze (EBM), primi tra tutti i pediatri di famiglia- spiega il Segretario Nazionale Simpef- Sindacato Medici Pediatri di Famiglia, Rinaldo Missaglia. Tale provvedimento permette di sollevare le famiglie da un grande disagio, oltre che liberare i medici da incombenze di ridondanza burocratica che non hanno nulla di clinico".
Tutte le pubblicazioni scientifiche internazionali e le esperienze pratiche sul campo hanno dimostrato l'inutilita' di una certificazione per la riammissione scolastica che giungeva inevitabilmente dopo la fase in cui la malattia non era piu' di per se' contagiosa per la collettivita'. "Questa certificazione aveva un senso- continua Missaglia- quando la figura del pediatra veniva consultata in modo sporadico e non ancora abituale; da tempo pero' questo non si verifica piu' e l'accesso alle cure pediatriche e' pressoche' costante per ogni singola problematica, in particolare per le malattie acute dei piccoli pazienti.
Inoltre, sostenere che con l'eliminazione della certificazione si possa correre il pericolo di facilitare contagi di malattie di particolare gravita' e' fuorviante. Questo e' ancor piu' vero se si considera che, in caso di sospetto o verifica diagnostica di malattie a rischio contagio della collettivita', il pediatra di famiglia, al quale ci si rivolge sempre piu' spesso, avvia una procedura che, iniziando dall'obbligatoria notifica agli uffici d'igiene pubblica, prosegue con tutte le misure profilattiche che la malattia richiede anche nel contesto scolastico".
Da questo punto di vista occorre inoltre ribadire che molte delle malattie riconducibili a queste condizioni sono efficacemente prevenibili con le opportune vaccinazioni.
"Auspichiamo che anche altre regioni seguano l'esempio del Lazio", conclude Missaglia.
(Wel/Dire)