Genova, 14 nov. - Le dimensioni (oltre 3.000 presenze quotidiane) ne hanno fatto probabilmente il piu' vasto e frequentato congresso medico-scientifico italiano, ma l'importanza del 48esimo Congresso della Societa' italiana di radiologia medica (SIRM) non e' stato solo nei numeri. Se infatti e' vero che l'innovazione tecnologica sta trasformando radicalmente il mondo dell'healthcare e delle cure, e' anche vero che la radiologia e' uno degli ambiti in cui questo impatto chiede una capacita' di governance e di trasformazione professionale particolarmente elevata. L'evento SIRM e' diventato dunque la perfetta location per comprendere dove vanno le tecnologie per la sanita' e quali problematiche prioritarie stanno affrontando, sempre ricordando - come ha detto il presidente nazionale SIRM, Carmelo Privitera, che ormai il radiologo e' centrale non solo "per la diagnosi di problemi di salute, ma anche per la risoluzione terapeutica dei problemi stessi".
"Negli ultimi anni lo sviluppo tecnologico del settore e' enorme in tutte le tecniche di diagnostica per immagini, dagli esami radiografici all'utilizzo della tomografia computerizzata", ha dichiarato all'agenzia DIRE Carlo Catalano, Professore Ordinario di Scienze Tecniche Mediche alla Sapienza di Roma e direttore della Radiologia dell'Umberto 1 di Roma. "Ma tutta questa innovazione e' realmente utile quando viene sviluppata cercando di porre al centro del cambiamento il paziente, che e' oggi piu' che mai l'obiettivo sia dell'azione di cura che dello sviluppo tecnologico. Questo e' valido in due accezioni: da un lato si cerca infatti di offrire al paziente una migliore qualita' vissuta del momento dell'esame, che e' sempre una situazione che la persona vive con comprensibile ansia; dall'altro sviluppando una sempre maggiore attenzione alla sicurezza e agli aspetti di radioprotezione".
Il tema della protezione dalle radiazioni ionizzanti e' stato in assoluto uno dei piu' approfonditi all'interno dell'evento SIRM, anche perche' il dato di fatto in prospettiva e' chiaro: andiamo verso un aumento esponenziale del numero di esami che vengono svolti per assicurarci salute e controllo delle risposte alle terapie. "Partiamo da una semplice considerazione che riguarda l'ambito oncologico", sottolinea Catalano, "il paziente con neoplasia sta diventando un soggetto con cronicita'. Cio' significa che la frequenza di esami radiologici a cui si deve sottoporre diviene piu' alta, perche' si chiede un controllo sempre piu' lungo e puntuale della risposta alle terapie.
L'insieme degli esami porta quindi con se la necessita' di un controllo delle dosi di esposizione ai raggi X: l'argomento della radioprotezione diventa quindi quindi centrale nella nostra professione per assicurare corretta gestione della salute ed il contemporaneo basso impatto delle radiazioni".
"Voi radiologi siete la societa' scientifica con il maggior indice di contaminazione tra nuove tecnologie, digitale e medicina", ha detto nella sua lezione magistrale, all'inizio del congresso SIRM, Roberto Cingolani, Direttore Scientifico dell'Istituto Italiano di Tecnologie di Genova.
Ed in effetti lo sviluppo tecnologico in radiologia ormai permette cose impensabili fino a qualche anno fa: identificare e caratterizzare focolai patologici anche molto piccoli; effettuare terapie guidate con immagini (image guided therapy), cioe' usare le differenti tecniche di diagnostica per immagini come guida per le terapie ai fini del miglioramento della cura; utilizzare navigatori virtuali con i quali e' possibile raggiungere con precisione qualsiasi obiettivo all'interno del corpo umano. Non a caso Enzo Silvestri, segretario generale del Congresso, ha sottolineato nel suo intervento a Genova, come il medico radiologo oggi si stia occupando di patologie ormai a spettro molto piu' ampio dei decenni scorsi: malattie del sistema nervoso, dell'addome, dell'apparato muscolo-scheletrico, di patologie in emergenza, in urologia, in cardiologia.
Una professione che cambia di pari passo con lo sviluppo delle apparecchiature. Cosa c'e' nel futuro (anche formativo) della radiologia? "L'impatto delle nuove tecnologie e dell'intelligenza artificiale inevitabilmente porta la professione del radiologo a compiere uno spedito passo avanti", conclude Carlo Catalano, che anche nella sua veste di docente ha il compito di formare nuove leve della professione, "il radiologo infatti non e' un 'interprete di immagini', ma sempre di piu' un esperto in grado di sfruttare tutte le tecnologie che gli sono messe a disposizione, governandole con approccio multidisciplinare con gli altri clinici, e soprattutto in un dialogo continuo con il paziente".
(Wag/ Dire)