(DIRE) Roma, 27 mar. - L'obbligo vaccinale ha generato un dibattito in Italia che si e' fortemente riversato anche in rete. È qui che il 44% dei genitori di bambini in eta' da vaccino ammette di aver cercato informazioni al momento della decisione. Ma cosa accade quando persone interessate a un tema cosi' delicato usano Internet e i social media per interagire, condividere contenuti ed esperienze, scambiarsi opinioni? E come influiscono Internet e i social sui processi decisionali? L'Health Web Observatory ha presentato a Roma nella sede della Fondazione Primoli lo studio 'I vaccini per l'infanzia sul web'. La ricerca rivela i comportamenti delle persone in rete nei tre mesi immediatamente successivi all'entrata in vigore del Decreto (1 agosto-10 ottobre 2017).
IL RUOLO DELLA RETE NELL'INFORMAZIONE SULLA VACCINAZIONE - La ricerca, effettuata attraverso parole chiave centrate sul tema, evidenzia la presenza di 39.500 menzioni in soli tre mesi, per una media di 556 al giorno, quasi il doppio della media giornaliera relativa ad altre patologie. E il ruolo dei social media appare centrale: qui si concentrano il 60% delle menzioni, distribuite soprattutto su Twitter (31%) e Facebook (20%), a fronte del 40% relative a siti web. In questo 40% spicca una netta prevalenza dei siti di informazione di tipo generalista (85% delle menzioni), mentre ad altre fonti come i siti istituzionali sono riconducibili solo il 5% delle menzioni.
IL PROFILO DEGLI UTENTI - I protagonisti delle navigazioni sono soprattutto utenti di una fascia di eta' intermedia, presumibilmente genitori: il 30% ha un'eta' compresa tra i 45 e i 54 anni e il 23% tra i 35 i 44 anni. I soggetti piu' attivi sono cittadini comuni a cui fanno capo il 37% dei post generati, movimento no vax (31%) e stampa generalista (25%). Ma se si considera il potenziale pubblico totale raggiunto (186.857.845 persone nel periodo di rilevazione per circa 2.700.000 utenti al giorno) e' la stampa generalista, in terza posizione per percentuale di post generati, ad avere un ruolo piu' rilevante perche' puo' evidentemente contare sul pubblico potenziale piu' consistente.
LA GEOGRAFIA DELLE RICERCHE - Diminuisce passando da Nord a Sud la frequenza di ricerca del termine vaccino: e' il Friuli Venezia Giulia la regione che su Google registra il maggior numero di ricerche, seguita da Valle D'Aosta, Marche, Lazio e Veneto. Il sentiment che emerge, ovvero l'analisi dell'opinione, e' prevalentemente negativo (44% del totale delle menzioni) a fronte di un 40% neutrale e un 16% positivo. È importante tuttavia sottolineare che le menzioni piu' popolari nei due canali social piu' rilevanti - oltre 3milioni e 300mila utenti su Twitter e oltre 1 milione e 100mila su Facebook - risultano positive.
IL RUOLO CRESCENTE DI INTERNET - "Il volume delle ricerche effettuate in rete e il numero dei post sul tema analizzati nel periodo di osservazione conferma il ruolo crescente di internet come canale di informazione sulla vaccinazione per l'infanzia- ha commentato Ketty Vaccaro, Presidente dell'Health Web Observatory- Tuttavia, nonostante ricerche e menzioni prendano spunto soprattutto dall'attualita', il riferimento a fonti informative (siti di giornali, istituzionali o scientifici) non e' prevalente, anzi e' il ruolo dei social a risultare preponderante (23.416 menzioni, pari al 60,0% del totale). Fondamentale appare il ruolo degli influencer, dal momento che capacita' di penetrazione e diffusione dei messaggi non appare necessariamente legata al volume di post generati: agli esperti e' riconducibile solo l'1% del totale dei post generati sui due principali social, ma la loro capacita' di diffusione raggiunge l'11% del totale (subito dopo la stampa generalista). Nei meccanismi di circolazione delle informazioni in rete, infatti, ha un forte peso non solo l'ampiezza e la intensita' della loro diffusione, ma anche la componente interattiva, che spesso e' maggiore nelle fonti non di tipo istituzionale, insieme ad un meccanismo generale della comunicazione che cerca il rinforzo delle proprie opinioni e tende ad escludere quelle divergenti".
(Wel/ Dire)