(DIRE) Roma, 14 mar. - Dei 4mila casi di violenza sul luogo di lavoro registrati in un anno in Italia, piu' di 1.200 riguardano operatori della sanita': all'interno di questo 30%, il 70% e' contro professioniste donne, soprattutto medici della guardia medica. Sono dati dell'Inail, portati dalla Fnomceo e confermati dal ministero della Salute, all'attenzione dell'Osservatorio permanente per la garanzia della sicurezza e per la prevenzione degli episodi di violenza ai danni degli operatori sanitari.
"Piu' di tre episodi di violenza al giorno contro professionisti della sanita', due contro colleghe donne- commenta il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli- Una carneficina silenziosa, che spesso rimane nascosta, per vergogna, per pudore di una denuncia che scoperchierebbe il 'vaso di Pandora' delle inadeguatezze strutturali, perche' quasi messa in conto come componente del rischio professionale".
E anche quando la denuncia trova voce, rimane a volte inascoltata "per poca sensibilita' sul tema da parte delle autorita' competenti, per inadeguatezze strutturali e organizzative difficili da sanare, per carenza di fondi". Tre le aree individuate come maggiormente a rischio di violenza, ci sono l'area territoriale, con i presidi di guardia medica, gli ambulatori, i servizi psichiatrici, quella ospedaliera (in particolare il pronto soccorso) e quella veterinaria (servizi ispettivi, macelli, allevamenti).
A far scattare il meccanismo che accende il comportamento violento e', in generale, un'attesa del paziente non soddisfatta: una mancata priorita' nell'accesso, una prescrizione di farmaci negata, una prestazione giudicata necessaria e urgente, una diagnosi o un referto sgraditi.
"Ringraziamo ancora una volta il ministro Lorenzin per la grande sensibilita' dimostrata su queste tematiche- aggiunge Anelli- sensibilita' condivisa dagli altri componenti dell'Osservatorio. Ora occorre che anche sul territorio e nella politica ad ogni livello si instauri e cresca una cultura della sicurezza, e vengano attuati provvedimenti strutturali e sistematici".
Prossima convocazione, l'11 aprile. Ospiti dell'Osservatorio saranno, in quell'occasione, due medici donna che hanno recentemente denunciato una violenza. "La loro storia, il loro vissuto sia di sprone affinche' nessuna collega debba piu' sopportare la loro sofferenza, la sicurezza dei nostri professionisti e' una questione etica e sociale. Dobbiamo garantirla a loro- conclude il presidente Fnomceo- perche' garantiscano cure di qualita' ai pazienti".
(Wel/ Dire)