(DIRE) Roma, 1 mar. - È in corso presso la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma la sperimentazione clinica di fase II su pazienti diabetici per testare una nuova promettente cura non-farmacologica: si tratta di usare il calore per rigenerare una mucosa intestinale "sana" agendo su una parte dell'intestino, il duodeno, sede di rilascio di ormoni coinvolti nelle cause della malattia diabetica. La tecnica, effettuata in endoscopia mini-invasiva sotto sedazione con un'apparecchiatura e un catetere che permettono di applicare con la massima precisione il calore alla mucosa del duodeno per brevissimo tempo, e' stata gia' testata su numerosi pazienti in un primo ciclo sperimentale, dimostrandosi assolutamente sicura e potenzialmente efficace. "I nuovi test clinici, denominati Revita 2, in corso (al momento sono stati arruolati 11 pazienti), serviranno a convalidarne l'efficacia anti-diabete dell'innovativo trattamento", spiega il professor Guido Costamagna, direttore dell'Unita' Operativa Complessa di Endoscopia Digestiva Chirurgica del Gemelli e direttore dell'Istituto di Clinica chirurgica generale e Terapia Chirurgica all'Universita' Cattolica, sede di Roma, leader riconosciuto a livello mondiale in endoscopia terapeutica.
"Ci auguriamo risultati definitivi degli studi attualmente in corso entro un paio di anni", spiega la professoressa Geltrude Mingrone, Direttore dell'Unita' Operativa Complessa Patologie dell'obesita' del Gemelli e docente di Medicina interna e geriatria all'Universita' Cattolica. L'arruolamento- per l'Italia sono coinvolti due centri, il Gemelli e l'Humanitas di Rozzano- e' iniziato il 19 maggio ed e' prevista la conclusione nell'autunno 2018.
La metodica. Il ringiovanimento della mucosa duodenale (Dmr) e' una nuova procedura endoscopica. La Dmr avviene tramite l'introduzione trans-orale di un catetere a palloncino che fornisce una dose controllata di energia termica sulla superficie della mucosa. L'apparecchiatura cui e' collegato il catetere consente un controllo preciso della temperatura che viene applicata alla superficie della mucosa si' da garantire la sicurezza della procedura, risultata molto ben tollerata dai pazienti. La procedura dura meno di un'ora e i pazienti vengono dimessi il giorno dopo. Il dispositivo ha gia' ricevuto il marchio CE, quindi e' commercializzabile nell'EU. Dopo i risultati dello studio, se positivi, iniziera' in Europa l'attivita' di commercializzazione. La Dmr e' in grado di normalizzare in maniera duratura i vari ormoni rilasciati dalla mucosa intestinale e coinvolti nell'insulino-resistenza e forse proprio nel meccanismo di controllo glicemico.
La prima sperimentazione Revita-1. I primi pazienti arruolati nel precedente studio, REVITA-1 sono stati trattati al Policlinico A. Gemelli dal professor Costamagna. I risultati fino a ora ottenuti in piu' di 150 pazienti trattati sia nello studio di fattibilita' (eseguito in Cile per valutare, appunto, la fattibilita' e la sicurezza della procedura) sia nello studio multicentrico REVITA-1, hanno dimostrato che il trattamento ha un impatto sulla malattia dimostratosi di notevole entita' e duraturo nel tempo. "La terapia- ribadisce la professoressa Mingrone- e' risultata ben tollerata e priva di rischi, con significativi miglioramenti di parametri tra cui glicemia, emoglobina glicata e enzimi epatici nella maggior parte dei pazienti". Inoltre, il miglioramento dei livelli alterati degli enzimi epatici, caratteristica della steatosi epatica non-alcoolica (Nash), altresi' detta "fegato grasso", patologia attualmente in esponenziale aumento nonche' tuttora priva di terapie farmacologiche efficaci e tollerabili, apre ad opportunita' terapeutiche al momento in fase di studio, e che, se confermate, presto estenderanno il campo di ricerca presso il Policlinico Gemelli anche a studi focalizzati in quest'ambito.
Revita-2. La fase di sperimentazione attualmente in corso consiste in un trial multicentrico (Revita-2) che vede protagonista, con il maggior numero di pazienti attualmente arruolati, l'Universita' Cattolica e la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma, insieme a piu' di dieci altri centri ospedalieri europei ed extraeuropei di eccellenza in Belgio, Inghilterra, Irlanda, Germania, Brasile e Italia. Lo studio Revita-2 prevede l'arruolamento di oltre 100 pazienti in numerosi centri europei ed extraeuropei e sara' seguito nella seconda parte dell'anno dall'inizio di un'analoga sperimentazione negli USA, volta a ottenere l'approvazione della Fda, l'organo regolatorio sui farmaci e le terapie negli Stati Uniti d'America. Il trattamento sara' messo a confronto con una terapia placebo per verificarne l'efficacia. Lo studio recluta pazienti volontari di eta' tra 28 e 74 anni, affetti da diabete di tipo 2, in terapia con farmaci antidiabetici orali ma non ancora sottoposti a terapia con insulina, con valori di emoglobina glicata (HbA1c) tra 7,5 e 10%. "La fase sperimentale dello Studio Revita-2 si concludera'- aggiunge il professor Costamagna- nell'arco di circa 2 anni; se i risultati si confermeranno positivi questo innovativo trattamento potra' essere esteso a tutti i pazienti affetti da diabete che non riescono a tenere sotto controllo la terapia con i farmaci, cioe' circa la meta' del totale".
BACKGROUND - La malattia e i limiti delle terapie oggi in uso. Il diabete di tipo 2 e' una malattia di proporzioni pandemiche non sempre associata all'obesita'. Si stima che ne siano affetti circa 382 milioni di persone in tutto il mondo e l'incidenza della malattia sta aumentando a un ritmo allarmante sia nei paesi occidentali sia in quelli in via di sviluppo. Solo in Italia, quasi 4 milioni di persone ne soffrono, di cui il 90% del tipo 2. Si tratta di una malattia complessa la cui patogenesi non e' completamente conosciuta. Tra i fattori che contribuiscono allo sviluppo della malattia vi sono la predisposizione genetica, l'obesita', lo stile di vita sedentario e una dieta ad alto contenuto di zuccheri e grassi. La ricerca di base ha dimostrato che la dieta ipercalorica provoca cambiamenti nella mucosa duodenale (il rivestimento del primo tratto dell'intestino tenue). Questi cambiamenti alterano il segnale ormonale che regola la glicemia, contribuendo prima alla resistenza all'ormone insulina (principale regolatore della glicemia), poi alla disfunzione delle cellule del pancreas che producono l'insulina, infine all'insorgenza del diabete di tipo 2. Recenti studi sull'animale hanno ulteriormente corroborato le ipotesi su possibili alterazioni della mucosa del duodeno in relazione alla dieta ipercalorica e con eccesso di zuccheri. I pazienti difficilmente controllano la patologia per un lungo periodo e tendono a sviluppare complicanze micro- e macrovascolari causate da iperglicemia (troppo zucchero nel sangue). Insufficienza renale, che spesso necessita di dialisi, cecita' e amputazione del piede sono conseguenze frequenti del diabete di tipo 2 non controllato adeguatamente dalla terapia. Il Diabete di tipo 2, inoltre, e' un fattore di rischio significativo per il peggioramento della demenza e lo sviluppo di patologie cardiovascolari. Attualmente il diabete di tipo 2 si controlla con farmaci somministrati per via orale, il piu' usato dei quali e' la metformina. Sono disponibili diverse classi di farmaci ma con la progressione della patologia molti pazienti necessitano della terapia con insulina che va somministrata attraverso iniezione piu' volte al giorno. L'efficacia dei trattamenti farmacologici e' inficiata da diversi fattori tra cui la difficolta' di seguire le terapie.
(Wel/Dire)