(DIRE) Roma, 1 mar. - "L'accordo firmato ieri dal Governo con Lombardia, Emilia Romagna e Veneto rappresenta l'ennesimo colpo di piccone, forse definitivo, a quello che resta di nazionale del Servizio Sanitario". Cosi' dichiara Costantino Troise, Segretario Nazionale Anaao Assomed.
"Abbagliato da un miraggio elettorale, come accadde nel 2001 con la modifica del titolo quinto della Costituzione effettuata con una risicata maggioranza ed in coda alla legislatura, il Governo, ed il suo partito principale, barattano uno dei pochi elementi di coesione sociale sopravvissuti all'avvento del neo liberismo con l'illusione di un pugno di voti che non ebbero allora e, molto probabilmente, non avranno ora. La mano libera concessa in sanita'- continua Troise- balcanizza ulteriormente per via pattizia, l'unico diritto che la Costituzione definisce fondamentale. Addirittura in istituti propri del contratto di lavoro dei dipendenti che ci ostiniamo a volere collettivo e nazionale perche' rappresenta, insieme al loro stato giuridico del personale ed ai Lea, uno dei pochi elementi verticali capaci di conferire unitarieta' ad un sistema come quello sanitario gia' troppo frammentato. Invece di attuare l'articolo 32 della Costituzione e mettere riparo ad intollerabile diseguaglianze sociali e territoriali, il Governo crea le premesse per smantellare l'universalismo e l'equita' di accesso alle cure volute dalla legge 833, abbandonando a se stesso l'intero meridione che certo non assistera' inerme ad un ulteriore trasferimento di risorse".
"Un attacco in piena regola ai diritti di cittadinanza ed a quelli del lavoro- prosegue il Segretario di Anaao Assomed- che vuole trasformare in finzione contratti di lavoro nazionali prima ancora che vengano sottoscritti. Auspicando che il nuovo Parlamento voglia rifiutarsi di avallare il nuovo attacco alla Costituzione ed alla stessa unita' del Paese, non restera' che impegnarsi- conclude- come bene ha fatto gia' la Fnomceo, per la modifica radicale del titolo quinto della Costituzione per riportare in capo allo stato la garanzia dei diritti fondamentali, esigibili allo stesso modo per tutti i cittadini indipendentemente da residenza e reddito".
(Wel/ Dire)