(DIRE) Roma, 28 mag. - Un vero e proprio "vuoto normativo", l'attenzione da porre sulla "violenza verbale", una giornata nazionale da istituire per "sensibilizzare i cittadini". Marina Cannavo', medico psichiatra, dottorato di ricerca in Neuroscienze clinicosperimentali e psichiatria, e' l'autrice della proposta di legge nazionale a tutela dei lavoratori che sono spesso sottoposti a violenze, fisiche ma anche verbali. Una proposta presentata al corso promosso dall'Omceo Roma, che si e' svolto mercoledi' scorso, e riservato agli iscritti all'Ordine, sul tema 'No alla violenza contro medici e operatori sanitari'.
È da evidenziare come mai "una psicologa sia arrivata a formulare una proposta di legge", esordisce la dotteressa Cannavo', interpellata dall'agenzia Dire, che ha svolto un dottorato su 'La violenza nei confronti degli operatori sanitari. Diffusione, tipologie e problematiche preventive d'intervento'. "Una proposta di legge e' necessaria perche c'e' un vuoto normativo nel nostro Paese che non permette la sicurezza dei lavoratori, neanche la loro tutela mentale. E se non c'e' salute mentale, come dice l'Oms, non c'e' salute. Ecco perche' una psicologa si occupa di violenza, l'altra faccia della depressione".
Premettendo che "mancano le politiche istituzionali di segnalazione e di programmazione della prevenzione della violenza nei luoghi di lavoro", che "il servizio di vigilanza interviene solo a difesa della sicurezza dei beni immobili, mentre non ha alcun obbligo contrattuale di tutelare la sicurezza dei lavoratori" e che "le Aziende non si costituiscono parte civile a difesa dell'operatore aggredito e l'operatore e' ancora una volta solo di fronte all'aggressione", nella sua proposta di legge Cannavo' ricorda che "aggredire il lavoratore nel luogo di lavoro significa interrompere un pubblico servizio, recare un danno ai lavoratori, all'organizzazione, all'Azienda e ai cittadini". Negli articoli si toccano diversi aspetti e si lanciano diverse proposte, a partire dall'istituzione di una giornata nazionale 'No alla violenza' per "sensibilizzare i cittadini e i lavoratori" e in ogni Azienda di registri specifici per la segnalazione da parte dei lavoratori delle diverse tipologie di violenza (fisica, psicologica, sessuale e razziale).
Altro passaggio importante quello che vorrebbe il riconoscimento del ruolo di 'pubblico ufficiale' "ai lavoratori che svolgono un pubblico servizio (medici, insegnanti, giornalisti, avvocati, infermieri, operatori sanitari, ferrovieri, autisti, addetti allo sportello bancario, postale)". La violenza nei loro confronti, dice ancora Cannavo', "deve tornare a essere un reato penale" e ricorda che adesso solo in caso di violenze su magistrati e politici "c'e' una sanzione economica".
Cannavo' ha condotto un'indagine al dipartimento di Emergenza e Accettazione del Policlinico Umberto I di Roma, "intervistando personalmente, non solo attraverso questionari ma anche con dei colloqui individuali, medici, infermieri, operatori, tecnici, ausiliari e amministrativi del Dea e del reparto Psichiatrico. È emerso che alcuni, non dico tutti, assumono psicofarmaci, si prescrivono una autoterapia, perche' sono stressati, perche lo stress e' anticamera di malattie psichiatriche, vedi ansia e depressione. Lo stress non e' legato a carenza di personale come dicono tutti quanti, ma a continue aggressioni soprattutto verbali". L'aspetto dell'aggressione verbale "e' sottovalutato. Essere tutti i giorni insultati, messi in discussione, nei mesi e negli anni determina gravi conseguenze. Porta alla riduzione dell'autostima. Tanti sono arrivati a licenziarsi, ci sono stati casi di suicidio. È un problema da non sottovalutare".
Altra cosa importante, e' che la proposta di legge non e' solo per i medici. È nata per questo, ma e' a tutela di altre vittime di violenza come appunto professori, ferrovieri, autisti. È una proposta di legge, la violenza e' uguale per tutti, e' sempre quella". Per questo "serve una legge nazionale che tuteli la salute, anche mentale". Aggredire un operatore sanitario "significa aggredire il Servizio sanitario nazionale".
(leggi la proposta di legge)
(Gas/ Dire)