Roma, 18 mag. - Confusi, impauriti, preoccupati. È questo lo stato d'animo di tanti medici alla vigilia dell'entrata in vigore del Regolamento Ue sulla protezione dei dati personali che diventera' applicabile dal 25 maggio 2018. Un cambiamento non di poco conto dato che andra' a sostituire in parte il Codice della Privacy in vigore dall'ormai lontano gennaio 2004. E che riguarda da vicino l'ambito sanitario considerando che le informazioni sulla salute, per la loro attitudine a rilevare gli aspetti piu' intimi e riservati della personalita', rappresentano la parte piu' importante della privacy. Sanita' Informazione e' andata a sondare l'umore dei medici al corso indetto dall'OMCeO Roma su "Il Regolamento UE 2016/679. Nuove garanzie e nuove tutele".
"Siamo un po' confusi perche' la burocrazia sta aumentando e ci stiamo sempre piu' allontanando dalla nostra professione.
Ormai abbiamo sempre piu' adempimenti. Servirebbero delle linee guida un po' piu' stringenti. Ormai siamo sempre piu' medici-burocrati", spiega la dentista Daniela Biolghini.
Francesco Cipolloni, specialista in medicina del lavoro, sottolinea il timore della categoria: "Siamo tutti preoccupati perche' siamo quasi tutti in ritardo per capire le procedure formali e quali sono i documenti da stampare per garantire la trasparenza e la qualita' ai nostri assistititi sulle divisioni della responsabilita'. Forse sarebbe stato importante a livello di tutte le professioni muoversi mesi prima. Questa messa a norma prevede una complessita' documentale che prima era stata in qualche modo ridotta a criteri minimi". Un pensiero condiviso anche dallo psichiatra Enrico Costantini: "Parto terrorizzato. Pensavo di cavarmela affidando la faccenda al commercialista. Ma da quello che ho capito la faccenda e' un po' piu' complessa». Piu' tranquilla la psichiatra Liliana Secchiaroli, ex primario in pensione della Asl Rm 5: "A noi appare strano ma sono aggiornamenti normali. Nella sostanza cambia poco rispetto a quello che gia' facciamo".
"Il timore c'e' - ammette Claudio Colistra, Segretario OMCeO Roma - perche' come sempre noi siamo impauriti da quello che non e' medico. Per cui la soffriamo come cosa amministrativa che purtroppo pero' oramai e' una cosa reale e dovremo dedicare un minimo del nostro tempo a questo. Che poi in fondo, leggendo bene la legge, tutto sommato riguardera' piu' la parte digitale". La nuova normativa riguarda da vicino anche gli Ordini dei Medici chiamati a supportare i medici nei nuovi adempimenti burocratici. "L'attenzione e' alta perche' finalmente diventa applicativa una problematica su cui gia' si era legiferato in passato - spiega ancora Colistra -. Per gli Ordini professionali e' importante per due motivi: primo perche' e' un problema che riguarda proprio la struttura dell'Ordine in quanto struttura pubblica; e poi per la rappresentativita' che abbiamo nei confronti dei nostri singoli iscritti, i quali vanno dal singolo medico che opera nel proprio studio sino ai medici che hanno responsabilita' diverse all'interno delle strutture ospedaliere o all'interno delle strutture universitarie. Crediamo che sia molto importante avviare dei corsi da ripetere nel tempo proprio per stare vicino ai nostri medici e in particolare occorre stare sul territorio, perche' come al solito sono un po' abbandonati a se stessi, quindi capire quali sono le responsabilita' del singolo, degli associati e delle nuove strutture".
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(Wel/ Dire)