(DIRE) Roma, 16 mag. - "In una sanita' caratterizzata da successi straordinari, ma attraversata da contraddizioni e disuguaglianze, abbiamo bisogno di un nuovo "Risorgimento" culturale e scientifico, capace di creare rinnovati modelli organizzativi e opportunita' terapeutiche che permettano di garantire l'assistenza in sintonia con i principi dell'articolo 32 della Costituzione Italiana. In Oncologia, per guardare verso il futuro senza disconoscere le radici della disciplina e i suoi valori, dobbiamo essere capaci di fare sintesi tra innovazione e sobrieta', tecnica e relazioni umane, settorializzazione e multiprofessionalita', standardizzazione e personalizzazione delle cure. Il nuovo scenario sanitario nazionale dovra' contare su un'oncologia medica che prenda in carico il paziente, con il suo coinvolgimento responsabile, all'interno di un modello organizzativo proprio delle reti oncologiche".
Questo l'incipit del manifesto Cipomo firmato a Torino da oltre 200 medici, presenti al XXII congresso. Il documento colpisce per l'attenzione che pone alle relazioni umane, facendo attenzione alla sensibilita' e al vissuto, passato e presente, del paziente oncologico come parte integrante dell'attivita' terapeutica. Un nuovo modello della professione medica che richiede anche la necessita' di percorsi formativi che possano valorizzare l'aspetto umanistico delle professioni sanitarie.
IL MANIFESTO CIPOMO In una sanita' caratterizzata da successi straordinari, ma attraversata da contraddizioni e disuguaglianze, abbiamo bisogno di un nuovo "Risorgimento" culturale e scientifico, capace di creare rinnovati modelli organizzativi e opportunita' terapeutiche che permettano di garantire l'assistenza in sintoniaconi principi dell'articolo 32 della Costituzione Italiana.
In Oncologia, per guardare verso il futuro senza disconoscere le radici della disciplina e i suoi valori, dobbiamo essere capaci di fare sintesi tra innovazione e sobrieta', tecnica e relazioni umane, settorializzazione e multiprofessionalita', standardizzazione e personalizzazione delle cure.
Il nuovo scenario sanitario nazionale dovra' contare su un'Oncologia Medica che prende in carico il paziente con il suo coinvolgimento responsabile, all'interno di un modello organizzativo proprio delle reti oncologiche.
I Primari Oncologi Medici Ospedalieri Italiani Consapevoli - che ogni persona ha, senza distinzione alcuna, valori e diritti inalienabili, che devono essere rispettati nella relazione assistenziale, nel rapporto unico e irripetibile che si crea con gli operatori sanitari; - che le competenze ed esperienze tecniche dell'oncologo medico devono comprendere la dimensione etica, che si estende al rapporto tra singolo e societa' e tra uomo e natura; - che la relazione di cura e' dettata dall'autodeterminazione e la sua dignita' deriva dal valore intrinseco della persona e non da attributi o specifiche condizioni; - che occorre un attento discernimento per accompagnare la persona malata in tutte le fasi della sua vita; si impegnano - a prendersi cura del paziente con un'attenzione sensibile, che si manifesti come disponibilita' a raccoglierne ogni istanza, cosi' che nulla del suo vissuto vada perduto; - a dedicare all'ascolto il giusto tempo per ospitare l'altro dentro di se' e per comprenderne i sintomi, i bisogni, le sofferenze, le abitudini di vita, le progettualita', le attese, ma anche la memoria ed il ricordo.
- a riconoscere che, per valorizzare la componente umanistica delle professioni sanitarie, sono necessari specifici percorsi formativi.
Condividono dunque i seguenti valori e comportamenti: QUALITÀ DELLE CURE: efficacia e competenza degli interventi; innovazione e ricerca; tempestivita' ed equita' di accesso alle prestazioni, anche nel caso di tumori rari e di farmaci "orfani"; valorizzazione e responsabilizzazione delle professionalita' e coinvolgimento dei pazienti.
SCELTA CONDIVISA DELLE CURE: adozione di un modello bio-psico-sociale e a specifici Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali alla cui definizione partecipano operatori, pazienti e cittadini; DIGNITÀ: accoglienza dei luoghi di cura; controllo dei sintomi; ascolto e rispetto nel percorso di cura e nel fine vita nelle diverse situazioni assistenziali; sostegno ai bisogni sociali; collaborazione con tutti gli interlocutori.
SOSTENIBILITÀ attenzione all'importanza di contenere gli sprechi, all'appropriatezza prescrittiva e alla proporzionalita' delle cure; sostegno degli operatori anche da possibili conflitti d'interessi;promozione della salute; contenimento dell'impatto ambientale delle strutture di cura.
(Wel/Dire)