(DIRE) Roma, 16 mag. - "Rinnoviamo, ove ce ne fosse bisogno, la nostra stima e fiducia incondizionate a Silvestro Scotti, presidente dell'Ordine dei Medici di Napoli, che e' in queste ore al centro di attacchi e polemiche di natura politica per una sua frase provocatoria pronunciata con l'intento di sollevare il velo sul problema della violenza contro i medici". Cosi' Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo) commenta la querelle creatasi a Napoli tra il presidente dell'Ordine dei medici, Silvestro Scotti, e il Sindaco Luca De Magistris, e ampiamente ripresa dalla stampa locale. Sabato scorso, esasperato dall'ennesima aggressione ai danni di un equipaggio del 118, Scotti aveva paragonato Napoli alla citta' siriana Raqqa. Ieri, la dura reazione di De Magistris, che giudicava la frase 'inaccettabile per due motivi': irrispettosa verso Raqqa e offensiva nei confronti di Napoli.
"Silvestro Scotti si dice pronto a dimettersi, se glielo chiedono i suoi iscritti - continua Anelli -. Ecco, se si dimette lui, dobbiamo dimetterci tutti noi presidenti d'ordine, perche' tutti siamo impegnati giornalmente e personalmente nel chiedere misure idonee a tutelare i nostri ambienti di lavoro, per la sicurezza non solo dei nostri medici e operatori ma anche e soprattutto dei nostri pazienti. È una questione di rispetto per i professionisti che mettono la loro vita al servizio dei malati, e' una questione di rispetto per i cittadini che hanno diritto ad essere curati in piena sicurezza e in ambienti a norma e decorosi".
"Al presidente Scotti chiediamo dunque di continuare la sua battaglia, la battaglia di tutti noi, a tutela della salute pubblica, senza cedere a condizionamenti di sorta - auspica -.
Esortiamo invece il Sindaco De Magistris a unirsi a noi, a farsi interprete dei problemi dei suoi cittadini medici e dei suoi cittadini pazienti, e a prendere seri e immediati provvedimenti per porre in atto strumenti veri ed efficaci per rimediare e prevenire la violenza".
"Il problema vero - conclude Anelli - non e' una frase di denuncia, e' la situazione di pericolo e di disagio in cui sono costretti ad operare i nostri medici, i nostri infermieri, i nostri operatori. Non possiamo permettere che, per guardare una pagliuzza nell'occhio del fratello, non ci si accorga della trave nel proprio occhio, una trave che rischia di crollare travolgendo l'intero sistema".
(Wel/ Dire)