(DIRE) Roma, 14 mag. - La Societa' di emergenze cardiologiche, la Giec, ha siglato con l'Associazione italiana di sanita' militare, l'Ansmi, un accordo su un argomento delicato come quello della lotta alla morte improvvisa e la defibrillazione precoce.
La Giec, ha spiegato all'agenzia Dire il suo presidente, il professor Maurizio Santomauro, a seguito del workshop sulla morte improvvisa e sulle strategie di intervento che si e' tenuto giovedi' scorso presso il Policlinico 'Celio', a Roma, "ha voluto sancire un accordo formale e sostanziale con Ansmi su un argomento delicato, attuale, che coinvolge noi cardiologi nell'ambito della scuola e dello sport per ridurre le morti improvvise aritmiche".
La formazione "deve iniziare a scuola e oggi grazie all'applicazione della 'Buona scuola' con il Miur e con il ministero della Salute siamo partiti con iniziative in tutte le scuole d'Italia, scegliendo istituti pilota in 14 comuni. Da settembre 2018 verranno coinvolte anche altre scuole di primo e secondo grado". Importante, pero', "non lasciare fuori le professioni sanitarie, quindi curare tutte le lauree affinche' iscritti e laureandi escano con la preparazione al primo soccorso".
Per quanto riguarda l'utilizzo dei defibrillatori, di cui si e' discusso nel workshop sotto diversi aspetti, "il ministero ha chiarito alcune cose: il corso di ripetizione, per esempio, deve essere obbligatorio dopo 24 mesi per il personale laico volontario. Per il medico abilitato all'esercizio della professione, invece, non e' richiesta abilitazione".
(guarda l'intervista alla Dire)
GARAVAGLIA: VOLONTARI IMPARINO E SI ESERCITINO IN LOTTA A 'MORTE IMPROVVISA' - La lotta alla morte improvvisa e la defibrillazione precoce sono temi "importanti da un punto di vista diagnostico, clinico, di ricerca. A me sta a cuore cio' che sta emergendo, ovvero che il fatto che se ci fosse competenza a usare un defibrillatore, se fosse diffuso, otterremmo risultati di prevenzione di morti incredibili. Si previene se chi deve usare e' capace senno' il danno e' doppio". A parlare Mariapia Garavaglia, presidente della Fondazione Roche, gia' ministro della Sanita'.
"La mia preoccupazione- ha detto ancora Garavaglia- e' di chiedere ai volontari che imparino, studino, facciano esercitazione. L'esperienza attraverso la formazione qualifica il volontario. Se invece il volontario non vuole esserlo, scelga un altro settore". La prevenzione, per l'ex ministro, "e' legata a tante cose. C'e' quella primaria e quella secondaria. Per chi deve poter usare un defibrillatore, la prevenzione e' per lui, affinche' impari bene e prevenga i danni che puo' fare".
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(Gas/ Dire)