(DIRE) Roma, 7 mag. - Ogni anno in Italia circa 1.200 medici e operatori sanitari subiscono aggressioni sul lavoro. Di questi, circa il 10 per cento nel Lazio. L'Omceo Roma ha convocato oggi un incontro con l'assessore regionale alla Sanita', Alessio D'Amato, e i direttori generali delle Asl di Roma e provincia, per trovare delle soluzioni di contrasto al fenomeno. Tra l'altro, una aggressione su dieci avviene a mano armata.
"È un fenomeno in crescita, che prima riguardava solo i Pronto soccorso e i reparti psichiatrici ma adesso si sta allargando a tanti altri reparti- ha detto il presidente dell'Ordine dei Medici di Roma, Antonio Magi- Oggi sono state create le condizioni per evitare o ridurre questi eventi. I dati emersi, oltretutto, sono anche sottostimati perche' alcuni colleghi non denunciano se non in caso di aggressioni corporali gravi". Tra gli interventi concordati, un incontro col prefetto per verificare l'effettiva presenza delle forze dell'ordine nei presidi sanitari, la creazione di un osservatorio permanente sul fenomeno, la possibilita' di studiare un sistema di videosorveglianza nei reparti piu' a rischio. E, infine, il sostegno a corsi di formazione per gli operatori.
(guarda l'intervista alla Dire)
BARTOLETTI: LAVORO CON PREFETTURA CONTRO AGGRESSIONI A MEDICI - "Oggi i presidi sanitari sono aperti anche nei weekend e nei giorni festivi quindi i medici sono piu' esposti. Il problema delle aggressioni e' un fenomeno che va monitorato perche' spesso al numero di aggressioni non corrisponde lo stesso numero di denunce". Lo ha detto il vicepresidente dell'Omceo Roma, Pier Luigi Bartoletti, a margine della riunione.
"Ovviamente non possiamo affrontare da soli il problema ma abbiamo bisogno di muoverci insieme alla Prefettura- ha aggiunto Bartoletti- Se prima era normale trovare un posto di polizia all'interno dei pronti soccorsi, oggi non sempre e' cosi'. Quindi su questo dobbiamo lavorare cosi' come possiamo migliorare l'approccio dei medici tramite corsi di formazione".
(Mel/ Dire)