(DIRE) Roma, 3 mag. - Le Comunita' del mondo arabo in Italia (Co-mai) e l'Associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi) esprimono la loro solidarieta' e vicinanza a tutti i giornalisti italiani e nel mondo, in occasione della Giornata mondiale della liberta' di stampa.
"Il lavoro della professione giornalistica e' indispensabile per la divulgazione di una corretta e sana informazione", dichiara Foad Aodi, fondatore di Amsi e Co-mai, presidente del Movimento internazionale Uniti per unire, che con il dipartimento 'Informazione oltre confini' ha curato questa ricerca negli ultimi mesi anche con rappresentanti e fonti locali in Medio Oriente.
"Secondo nostre fonti- continua- mediche e giornalistiche verificate in Siria, Libia, Tunisia, Yemen, Bahrein ed Egitto, da quando e' scoppiata la Primavera araba ci sono stati piu' di 500 giornalisti uccisi, insieme ai 5.000 tra medici, infermieri, dentisti, psicologi e fisioterapisti. Quindi e' importante tutelare, nelle zone di crisi, tanto l'informazione quanto la sanita', entrambe indispensabili per aiutare le popolazioni locali, vere vittime di queste terribili guerre".
"Sempre secondo le nostre fonti- aggiunge- moltissimi medici sono stati costretti a fuggire all'estero a seguito della distruzione di vari ospedali e sedi di Ong, che sono piu di 3.000. La maggior parte si trovava in Siria, in Libia e nello Yemen. Altri sono stati fatti prigionieri dall'Isis per curare i loro feriti ed essere poi torturati. Non vanno dimenticati i 165 giornalisti uccisi in Iraq dal 1992 ad oggi".
"Dobbiamo essere uniti- conclude Aodi- per contrastare questa piaga sino in fondo e tutelare il diritto d'informare e di curare, per costruire un mondo migliore tramite una buona informazione, combattendo fake news e informazione strumentale".
(Wel/Dire)