(DIRE) Roma, 25 lug. - "Vogliamo lavorare, vogliamo lavorare". È stato questo il grido di protesta sollevato per tutta la mattina dai dipendenti della Fondazione Ime, riuniti fuori al ministero della Salute in via Lungotevere Ripa a Roma, per chiedere di essere ricollocati. "Siamo qui per protestare contro una chiusura ingiustificabile per un istituto che da oltre 15 anni opera nella Regione Lazio ed e' un'eccellenza nazionale ed internazionale", afferma Antonio Cuozzo del dipartimento Cisl Fp Lazio Sanita' privata.
"Abbiamo ricevuto un mese fa la procedura di licenziamento per 41 lavoratori, terminata in una fase aziendale senza l'accordo dei sindacati. Volevamo che i soci fondatori della Fondazione (ministeri della Salute, degli Affari esteri, dell'Economia e Regione Lazio) si mettessero al tavolo con noi- continua il sindacalista- per cercare una soluzione di salvezza della Fondazione stessa e soprattutto per la salvaguardia occupazionale di 41 lavoratori che rischiano il licenziamento tra un mese. La procedura ammministrativa e' convocata il 2 agosto presso pa Regione Lazio".
I motivi della chiusura dell'istituto sono ignoti anche ai dipendenti. "Da 2 anni e mezzo siamo in liquidazione, tante le promesse. Nessuno si e' preoccupato di accreditare la struttura- sottolinea la manifestante Michela Di Bersani, medico ematologo dipendente della Fondazione Ime- e il 29 maggio e' stato messo in liquidazione e sono state avviate le procedure di licenziamento. Siamo qui perche' sono stati investiti tanti soldi pubblici e formate professionalita', essendo l'Ime un istituto di ricerca, cura e know-how in Italia e all'estero. Viene chiuso e non sappiamo il perche'. Le professionalita' sono state formate a spesa dei cittadini e ora vengono disperse".
Rincara la dose Marta Barbagallo, un'amministrativa dell'Ime unita al coro dei protestanti, che aggiunge: "Il 13 agosto scadiamo e speriamo di essere prolungati almeno fino ai primi di settembre. Eravamo in 41, ma adesso siamo rimasti in 30 tra medici, amministrativi ed infermieri che chiediamo di essere ricollocati. Il laboratorio di immunogenetica con i suoi dipendenti e' migrato all'Ospedale pediatrico Bambino Gesu' di Roma, nella sede di San Paolo. Si sono quindi salvati i biologi e i tecnici di laboratorio, che prenderanno servizio il primo agosto".
I soldi per salvare la fondazione ci sarebbero secondo Francesco Frabetti, segretario territoriale Fp Cgil Rieti Roma Eva, che chiede un tavolo tecnico: "I finanziamenti ci sono bisogna solo trovare la soluzione tecnica, amministrativa e contrattuale per garantire il lavoro. I finanziamenti del ministero della Salute per l'Ime sono in bilancio e ammontano ad 1 milione trecentomila euro. Tutt'oggi- conclude- i dipendenti percepiscono lo stipendio".
(Wel/Dire)