(DIRE) Roma, 23 lug. - "La Gran Bretagna apre alla correzione del Dna sia negli ovociti e negli spermatozoi, che negli embrioni, considerandolo moralmente ammissibile. La tecnica per poterlo fare esiste ed e' ampiamente usata sia negli animali che nelle piante: si tratta di un taglia e incolla di estrema precisione, che almeno in teoria consente di eliminare quei geni che sono considerati causa di malattia nei bambini, con conseguenze spesso molto gravi. Come e' ovvio una parte del mondo scientifico ha accolto questa ennesima conferma del potere della scienza e della tecnica, come la sicura garanzia di un progresso inarrestabile. Ma nello stesso tempo altri scienziati, piu' sensibili alle implicazioni etiche che tutto cio' comporta e alle potenziali conseguenze che potrebbe avere sullo sviluppo umano e sulla sua manipolazione, invitano a ripensare ogni scoperta scientifica che tocca l'uomo alla luce del principio di precauzione. Nessuno oggi pensa all'ipotesi del bambino perfetto e l'obiettivo di riferimento e' quello del bambino sano. Ma i rischi della manipolazione ci sono tutti e impongono un surplus di prudenza, perche' la deriva eugenetica e' tutt'altro che impossibile". Lo afferma la senatrice Paola Binetti, UDC, che continua: "L'Inghilterra ha dedicato uno studio lungo ed approfondito al tema, ed e' dal 2016 che si occupa di editing del genoma negli embrioni. Inizialmente sembrava che la soglia fosse esclusivamente quella della ricerca, ma una volta messa a punto la tecnica, il passaggio all'uomo e' diventato rapido e insofferente rispetto a qualunque vincolo di natura etica, considerato come un limite inaccettabile alla liberta' di ricerca e all'uso compassionevole dei risultati raggiunti. La motivazione principale con cui si difenda questa linea avanzata di applicazione all'uomo delle nuove tecniche resta pur sempre quella di ridurre la sofferenza e il disagio nei soggetti malati e nelle loro famiglie. D'altra parte anche il presidente del Comitato Etico britannico, Dave Archard, pur immaginando che l'intervento sul genoma sia fatto nell'esclusivo benessere del soggetto, non solo sia necessario un ampio dibattito sociale, ma soprattutto occorrano ulteriori ricerche per stabilire gli standard di sicurezza. A volte si ritiene che la prudenza eticamente fondata sia un limite alla liberta' di ricerca, senza tener conto che una ricerca non e' mai buona ricerca se non rispetta leggi e criteri che sono nella natura delle cose. Se non si muove nel solco tracciato da standard di sicurezza attentamente vagliati in tutte le loro implicazioni. I rischi nella manipolazione genetica sono facilmente intuibili e gli errori sono sempre in agguato soprattutto quando non si conosce affatto il funzionamento genetico del nostro organismo. Le nostre conoscenze sono poche e frammentate e mancano della indispensabile visione d'insieme, per cui nel taglia e cuci genetico, possono sfuggirci conseguenze gravissime per la vita e la qualita' di vita del soggetto. La prudenza, dettata dal famoso principio di precauzione, deve rimanere sempre piu' vincolato all'altro grande principio bioetico: il principio responsabilita'." (Wel/ Dire)