Roma, 6 mag. - Istituire un Osservatorio per monitorare con puntualità tutti gli episodi di aggressioni al personale del servizio sanitario. Questo il primo punto di una scaletta di iniziative, un vero e proprio piano, volto a mettere in campo le più efficaci misure di prevenzione e contrasto ad un fenomeno che nell'ultimo anno ha fatto registrare in Italia 1200 casi di violenza, contro medici e infermieri. Oltre 100 di questi sono avvenuti nel Lazio e hanno avuto come teatro soprattutto pronto soccorso, medici della continuità assistenziale, servizi psichiatrici. A seguire le proposte dell'ordine dei Medici prevedono programmi di formazione del personale impegnato in prima linea, protocolli operativi con le Aziende sanitarie e ospedaliere di Roma e provincia, coordinamento forte con le forze dell'Ordine e la Prefettura.
"È un programma ad ampio spettro - spiega Antonio Magi presidente dell'Ordine dei medici di Roma e provincia, il più grande d'Europa con i circa 44 mila iscritti - che oggi abbiamo presentato e condiviso con i direttori generali delle Asl territoriali di Roma e provincia e quelli dei grandi ospedali pubblici. Abbiamo proposto una serie di interventi da realizzare insieme al management e ai medici e a tutto il personale. Vogliamo procedere in modo pragmatico e partecipato perché in questo campo un modello unico è improponibile. Ognuno dei settori più esposti, tipo pronto soccorso o guardia medica notturna o spdc, necessita infatti di misure di sicurezza specifiche". All'incontro ha partecipato l'assessore alla sanità Alessio D'Amato che ha dato segno di grande attenzione rispetto a questo problema.
"Avvieremo con la Prefettura una mappatura corretta degli episodi - ha detto l'assessore - ed a questo servirà l'Osservatorio. Tutto ciò è utile e urgente ma io credo che lo sforzo principale sia di carattere culturale occorre una reazione civile a questa deriva di intolleranza".